Una serie di tappe per arrivare pronti al grande appuntamento olimpico sudamericano. Una crescita che vede al momento l’Italia tagliata fuori
Alle Olimpiadi del 2016, quando il rugby nella sua versione a 7 tornerà ad essere protagonista, mancano ancora quattro anni. Forse tanti, ma per molti versi pochissimi. Sono di sicuro pochissimi per l’Italia, che difficilmente riuscirà ad essere presente. Ma sono pochi anche per l’IRB, che ora deve organizzare e gestire la crescita del movimento a livello globale. L’International Board ha così annunciato il suo piano da qui al 2016. Eccone alcuni dettagli:
A metà ottobre partono le Sevens World Series 2012-2013: le nazioni che vi prenderanno parte sono 15 contro le 12 della stagione precedente (si sono aggiunte Canada, Spagna e Portogallo). Nove gli appuntamenti programmati in cui si giocheranno le partite. Ce n’era un decimo annunciato, l’Argentina, ma è stato posticipato.
Le vere novità iniziano con la stagione successiva, con delle vere e proprie preselezioni che si terranno tra Hong Kong e Londra. Non solo: vengono introdotte per le tappe di Hong Kong e Glasgow delle particolari suddivisioni che portano il computo delle squadre partecipanti fino ad un totale di 28, suddivise in due categorie. l’idea è quella di trasformare la tappa conclusiva di Londra in una vera e propria finalissima con la presenza delle nazionali che meglio si sono comportate durante l’anno. Chissà se vedremo mai parteciparvi anche l’Italia.
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