Riprende il campionato e il club lombardo lo racconta in una maniera tutta particolare
E’ tutto pronto ma nessuno ne parla.
Stavolta dopo lo scorso anno tutti fanno quasi finta di niente ma in fondo lo sanno. Sanno che le parole non valgono nulla, sanno che di inverno farà freddo e sarà difficile mettersi in cammino verso il Castello. Sanno che la delusione della scorsa stagione ha solo un modo per essere convertita.
Tutti lo sanno che adesso si fa sul serio. Chiudi gli occhi e sei già li. Si aspetta in silenzio nello spogliatoio, si aspettano Luca Assandro e Alberto Rescigno che contano le maglie, si aspetta l’applauso dei compagni, il più vero perche è quello che vorresti fare a te stesso.
E’ tutto pronto, si fa finta di nulla ma il tempo volge al termine e il campionato sta per iniziare e tutti lo sanno non basta stare zitti per far vedere che si è concentrati.
Poi arriva lui. Si sente il rumore della giardinetta inglese, il suo staff apre le porte. La divisa è luccicante, ecco IL GENERALE. Parole pochi, fatti tanti. La battaglia non la fa, nel suo cuore l’ha già combattuta migliaia di volte. Conosce gli esiti e le chiavi di volta. Conosce i punti forti e quelli deboli. Conosce lo sguardo di ogniuno, sa già se e come giocherai ma non può dirtelo. Il suo compito è quello di accompagnarti al fronte, in battaglia però ci vai tu.
Vuole che tutti lo guardino negli occhi però, gli occhi del rugby. Le indicazioni sono poche. I suoi carri armati in prima linea per aprire il fronte, la sua RAF (Runners Air Force) in seconda per la superiorità aerea, L’artiglieria con il numero due: “Missile terra aria per il nemico vicino, mortaio per quello più in fondo”.In Terza linea ci sono i reparti speciali, guastatori di ruck, placcatori di fughe, protettori di mediani. Tutto deve essere in ordine. Poi ci sono i reparti tattici, li non si può sbagliare perche il comando sul fronte è dei mediani. Servono aerei spia, logistica di supporto e protezione ai fianchi. Vuole tutto il generale e non lascia nulla al caso.
Ora se ne va anche lui, nella retroguardia a coordinare il supporto e siamo soli con noi ma uniti più che mai. Controsenso? Proviamo a fare quel giro di campo tutti insieme.
Si parte di nuovo, più vecchi fuori ma più giovani dentro perché il dio dello sport ti concede, per una volta ancora, di rimetterti in gioco e di recuperare dove hai sbagliato. Non puoi farlo da nessuna altra parte. In campo si. Ogni domenica è diversa anche solo perché in ogni saluto hai da dimostrare qualcosa, a te stesso e a chi ancora una volta è li di fianco a te e avete ancora le stesse possibilità di ribaltare pronostici, risultato e chiacchiere.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.