Dopo anni di ottimi risultati si dividono le strade del tecnico pratese e della società
Dopo quasi 5 anni di lavoro assieme le strade del Rugby senese e di Fulvio Biagioli si sono divise.
Nel mezzo molte battaglie in campo e fuori dal campo, molte vittorie e molte sconfitte, sempre e comunque affrontate a testa alta, sia che si perdesse in casa contro il Tirreno di più di 100 punti sia che si vincesse a Parma contro il Parma 1931, squadra puriscudettata.
Non è facile pensare per il CUS Siena ad un futuro senza Fulvio Biagioli; durante l’estate, appurato che il progetto tecnico precedente si era esaurito con la sconfitta al Sabbione contro il Rugby Viterbo, era stato ipotizzato da entrambe le parti di poter interrompere la collaborazione.
Nessuno aveva però avuto il coraggio di mettere la parola “fine” su di un rapporto che aveva permesso di crescere in maniera impressionante al rugby senese. Risultati in campo, stimoli costanti a strutturarsi a livello societario e tecnico, scelte accorte di gestione; tutto quanto di buono è stato raggiunto dalla palla ovale senese è riconducibile al lavoro del “piccolo uomo” di Prato, il “napoleone” del rugby bianconero.
C’era poi ancora la speranza di essere ripescati comunque in serie B, di raggiungere quella promozione sfuggita per due volte negli ultimi anni.
Per questo si era deciso di andare avanti con un progetto di crescita sia a livello tecnico che a livello agonistico da strutturare con collaborazioni con i ragazzi del SRC 2000 e con la Under 20.
Iniziata la stagione, fino dai primi allenamenti, era apparso evidente come, a causa di una serie di assenze e di piccoli problemi, i risultati agonistici sarebbero dovuti passare in secondo piano, sacrificati da un nuovo progetto di crescita in vista di una stagione 2013/2014 di nuovi “alti” dopo una stagione 2011/2012 che aveva lasciato una serie di “tossine” fisiche e mentali da smaltire.
Purtroppo da parte nostra a livello societario abbiamo per l’ennesima volta prestato ascolto a chi ci diceva che la situazione degli impianti si sarebbe risolta al più presto. Nonostante un bando comunale vinto per una struttura in sintetico più di un anno fa non abbiamo avuto modo nemmeno di allenarci nella struttura PUBBLICA che sarebbe dovuta diventare “casa nostra” e che il venerdì sera resta beffardamente chiusa mentre i nostri ragazzi fanno la lotta nel fango o nella polvere.
Nonostante le rassicurazioni in merito anche le porte di un altro impianto al di fuori di Siena si sono inspiegabilmente chiuse. E parte degli sforzi fatti in campo per far crescere la squadra si sono così vanificati nostro malgrado.
La situazione si è poi complicata a causa di alcune scelte societarie, comprensibili probabilmente solo a chi deve gestire tutto il movimento e non si può permettere che si creino frizioni e problemi di convivenza tra le diverse realtà della famiglia ovale senese. La crescita del movimento e la maturazione del gruppo dirigenziale, che si è dato regole chiare e condivise, ci ha imposto di non poter esaudire le richieste di Fulvio che avrebbero giovato ai seniores mettendo però in ginocchio la Under 20, mettendo a repentaglio la presenza in campionato della giovanile alla seconda partita di campionato.
Abbiamo quindi preso atto, a malincuore, che non c’era più la possibilità di andare avanti con chi ha accompagnato la nostra crescita delle ultime stagioni visto che non potevamo soddisfare le sue legittime richieste. Davanti ad un aut aut del tecnico non abbiamo potuto far altro che prendere atto dell’impossibilità di accettare le sue richieste.
A Fulvio vanno i ringraziamenti di tutti gli attori della palla ovale senese, degli appassionati e di tutti i tifosi cussini per quanto è stato costruito grazie al suo lavoro, con la certezza che le sue imprese resteranno nel DNA di tutti coloro abbiano avuto modo di avere a che fare con lui.
Resta l’amarezza di ammettere che una delle cose che ha portato il tecnico a prendere le sue decisioni è la situazione degli impianti. Dopo anni di promesse e di rassicurazioni i 250 rugbisti senesi continuano a non trovare spazi alternativi al “Sabbione”, campo che mostra tutti i difetti che una realizzazione approssimativa ha palesato fin dai primi anni dalla realizzazione.
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