Importanti individualità, ma poco tempo per diventare una squadra. L’analisi di Antonio Raimondi
Per Tonga è l’inizio del percorso verso la Coppa del Mondo del 2015. E’ l’inizio di una nuova gestione, che punta su tre assistenti di vero lusso, per il capo allenatore Mana Otai. Infatti, la federazione tongana ha puntato su Tim Lane, lo ricordiamo anche nello staff dell’Italia, durante la gestione di John Kirwan, e Mark Bakewell australiano che ha allenato in Francia e Inghilterra e nel Super XV; inoltre per la difesa c’è Dave Ellis, già con la Francia di Bernard Laporte.
E’ un percorso complicato perché hanno poco tempo per lavorare insieme, visto che i giocatori sono sparpagliati per il mondo ovale a cercare fortuna. Prevedere oggi quello che i tongani ci faranno vedere a Brescia è davvero difficile. Più semplice provare a decifrarne la forza, partendo dai singoli presenti nella rosa, e dando come valutazione generale quella del ranking mondiale, dove Tonga occupa il dodicesimo posto con 74,79 mentre noi siamo all’undicesimo posto con 76,03. Posizioni di ranking che potrebbero essere ribaltate in caso di vittoria di Tonga ed è una cosa che non possiamo certo permetterci.
Nella misurazione del valore di questa selezione tongana, partiamo mettendo sulla bilancia gli avanti. Sono ventuno quelli inseriti nell’elenco diramato, nella speranza di non perderne qualcuno per strada. Pescando qua e là, tra i più famosi, Tonga può schierare un pacchetto di mischia di alto livello nei singoli, che dovrà però trovare in pochi giorni la capacità di lavorare insieme. Non facile, ma guardate alla prima linea dove si può iniziare con Sona Taumalolo: lo ricorderete durante la coppa del mondo, contro la Francia, incitare tutti i compagni per resistere nella mischia decisiva e poi esultare per la storica vittoria, ma chi ha seguito il Super XV quest’anno, lo può ricordare campione con i Chiefs, segnando solo lui, otto mete, avete letto bene, otto, uno sproposito per un pilone. In mischia ordinata ha la capacità di non andare indietro, ma è nel gioco manovrato che dà il meglio di sé. Dopo il Super XV ha raggiunto Perpignan, agli ordini del responsabile della mischia, Ciccio De Carli.
Dall’Inghilterra arriva invece Soane Tonga’uha, che proprio sabato l’abbiamo visto con Northampton contro Castrogiovanni. Potente in mischia ordinata, qualitativo nella capacità di portare avanti il pallone, Tonga’huia a Northampton è un giocatore fondamentale. A proposito di Castro, il pilone azzurro troverà un suo compagno di Leicester, Steve Mafi che con i Tigers sta giocando da terza linea, ma potrebbe anche ricoprire il ruolo di seconda linea. Nel reparto c’è anche l’esperienza di Hale T Pole e Nili Latu che potrebbero renderci le cose molto complicate nel breakdown.
Tra i tre quarti c’è forse una qualità individuale inferiore, ma non mancano i giocatori davvero pericolosi a iniziare da Sione Piukala centro capace di aprire le difese, arrivato in questa stagione a Perpignan. Taniela Moa è una vecchia conoscenza del rugby neozelandese, con Auckland e Bay of Plenty, porta la sua qualità e i problemi di peso in Francia alla Section Palois.
In tutto sono quattordici i tre quarti in rosa, tre che giocano ancora a Tonga e undici che invece sono all’estero e tra questi sarà interessante vedere se troveranno impiego due conoscenze italiane. Ci sono, infatti, Fangatapu Apikotoa, che gioca ad Algero in A2, e Viliami Helu, che ha vinto con la Rugby Roma il trofeo Eccellenza 2011. C’è l’esperienza dell’estremo Vunga Lilo e diventa forse banale di che in linea generale sono temibili quando attaccano, anche individualmente, per linee dirette.
L’adattamento degli azzurri dovrà essere fatto con una difesa ben organizzata, ma con
una disponibilità assoluta al placcaggio e l’esperienza di Heineken Cup e RaboPro12 è
importante.
Trovarli all’inizio del tour è favorevole per l’Italia, che dovrà imporsi mantenendo l’ordine,
ma anche giocando sul ritmo, il che non significa prendersi dei rischi inutili. I precedenti sono pochi, due in Coppa del Mondo, nel 1999 vittoria di Tonga e nel 2003 dell’Italia, e uno nei test novembrini, netto successo italiano a Prato nel 2005.
di Antonio Raimondi
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