Mario Spotti viene rieletto a presidente del Comitato regionale emiliano per una manciata di voti, lontano però dalla soglia del 55%
Ricordate le elezioni presidenziali USA del 2000? Quelle con Al Gore eletto e poi “destituito” a favore dell’allora governatore del Texas George W. Bush? Quelle “decise” da conteggio, riconteggio e mille ricorsi per quanto avvenuto in Florida? Ecco, qualcosa di simile potrebbe avvenire anche nel piccolo mondo ovale italiano: la “nostra Florida” potrebbe diventare il comitato regionale emiliano. Certo non ci sono palme, mari tropicali e caimani, ma non si può avere tutto…
Cosa è successo? Ieri si è svolta la rielezione del comitato regionale in questione, guidato da tantissimi anni e diverse “legislature” da Mario Spotti, fedelissimo dell’ex presidente FIR Giancarlo Dondi. Spotti è stato rieletto con una distanza risicatissima dal suo avversario, il presidente dell’Amatori Parma Giovanni Di Vincenzo. Il presidente in carica ha ottenuto il 51,9% dei consensi ma ha perso la maggioranza in consiglio, dove avrà l’appoggio di due consiglieri sui sette previsti.
Ma l’elezione – che da un punto di vista meramente “politico” lancia comunque un segnale – avrà probabilmente uno strascico: Di Vincenzo infatti non contesta il conteggio dei voti ma ritiene che il presidente in carica da più mandati per essere rieletto debba superare la soglia del 55%, così come lo statuto CONI prevede anche per lo stesso presidente federale. Gli uomini di Di Vincenzo contestano la gestione dell’assemblea elettiva sotto la guida di Stefano Cantoni, l’uomo che dovrebbe diventare il presidente delle Zebre.
Si prospetta una guerra a colpi di carte bollate.
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