Battute con la stampa, un po’ di shopping e di cultura nel giorno libero degli atleti. Con gli azzurri a fare da mattatori a Roma
Sono arrivati a Roma da un paio di giorni ormai. Gli All Blacks hanno messo piede nella capitale italiana ed hanno subito stabilito quartier generale nel proprio albergo il Parco dei Principi, nel cuore dei Parioli, e presso la Capitolina Rugby Club per gli allenamenti.
Roma è forse la meta più ambita da parte del gruppo. Un po’ perché qui ci si viene sporadicamente, un po’ perché a questi ragazzi piacciono pasta, musei e temperature italiane. Parlando sia con lo staff tuttonero, alcuni giocatori e gli addetti ai lavori, non sembra loro vero di poter godere di temperature così calde in questo periodo dopo aver sofferto il freddo di Edimburgo: “Ne approfittiamo, prima di tornare al freddo polare della Gran Bretagna. Roma è sempre un gran piacere da visitare” dice il commentatore ufficiale SKyNZ Tony Johnson.
Facendo un rapido calcolo, l’Italia è il paese preferito da Piri Weepu che si innamorò della Capitale nel 2004, da Luke Romano la cui famiglia di origine italiane vive proprio fuori Roma, da Victor Vito che è laurato in Studi Classici e anche dal maestro Dan Carter. In particolare Victor Vito in conferenza stampa ha ammesso che sarà suo compito quello di guidare il resto dei compagni per le vie di Roma e spiegare le bellezze della Capitale: “Colosseo, Vaticano, Pantheon, questo è il mio elemento naturale. Ho già iniziato a vedere alcune cose. Dovrò cercare di ricordare al meglio i miei studi. Comunque non vedo l‘ora”. Oggi infatti, mercoledì, è sempre giorno di riposo nella scheda settimale dei campioni del mondo. Quindi è in programma la visita della città e un po’ di shopping per le mogli e fidanzate rimaste a casa in Nuova Zelanda.
Il resto è bussiness as usual. Accertarsi degli infortunati come Ben Smith e Tamati Ellison i cui raggi X fatti a Roma e visionati da specialisti neozelandsi decideranno se il tour in Europa sia finito o no per i due giovani trequarti. Ali Williams come sempre in conferenza dà il meglio di se stesso. Alla domanda quale sia la differenza tra capitan Richie McCaw e Kieran Read, pronto a prendere l’elmo della squadra sabato contro l’Italia, Ali risponde: “non tanto, a parte il fatto che uno ha una relazione fissa e l’altro…”. Risate generali degli addetti ai lavori che scuotono la testa. Comunque la seconda linea dei Blues è alla ultima prova per tirare acqua al suo mulino e sa che per rimanere nel giro nazionale la partita dell’ Olimpico “è un’altra opportunità’ per dimostrare cosa si deve fare in campo”.
Alla nostra domanda sulla prestazione degli azzurri contro Tonga Ian Foster risponde che l’Italia ha sicuramente fatto dei passi avanti nell’ultimo anno. Che hanno una difesa forte e che sicuramente non è una squadra da sottovalutare. “Sono apparsi arrugginiti contro Tonga, ma perché non giocavano insieme da tempo. Però hanno dimostrato forza quando ce n’è stato bisogno come per esempio nelle giocate da fermo”. Forster che ha giocato per un paio d’anni in Italia riconosce la crescita del movimento dai suoi tempi ad oggi: “ Ogni squadra crea il suo stile e sicuramente l’Italia ha creato il suo basandosi su una mischia forte. Hanno fatto grandi progressi negli ultimi 12 mesi giocando con più coraggio ed lasciando alle spalle un rugby conservatore. Sono più avventurosi in campo.”
Aspettiamo ora l’annuncio della Nazionale All Blacks che verrà fatto dall’allenatore Steve Hansen giovedì mattina alle 8 ora locale in conferenza stampa presso l’hotel (quello azzurro è invece in programma alle 13). Unica cosa certa è che Capitan Richie McCaw sarà in tribuna, mentre voci di corridoio kiwi vogliono che Dan Carter inizi in panchina. Aspettiamo ansiosi.
Intanto in testa all’articolo vi proponiamo la fotocronaca di un pomeriggio romano in cui una rappresentanza degli azzurri ha passeggiato tra Piazza del Popolo e Via del Corso dispensando autografi fino a giungere poi all’Adidas Store dove, oltre all’incontro con alcuni giovani rugbisti, si è “materializzato” anche Dan Carter.
di Melita Martorana
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