Il fedelissimo di Dondi ha vinto per una manciata di voti, ma potrebbero non bastare: secondo gli avversari doveva raggiunger il 55%
Lo avevamo anticipato una settimana fa, ora la conferma arriva dalle pagine de Il Gazzettino, dove Ivan Malfatto, fa sapere che le elezioni nel comitato regionale dell’Emilia-Romagna sono sub-iudice.
La conferma a presidente di Mario Spotti, da decenni seduto su quella poltrona e fedelissimo di Giancarlo Dondi, è infatti appesa al ricorso presentato dalla cordata che ha sostenuto Giovanni Di Vincenzo, presidente dell’Amatori Parma battuto per un pugno di voti: Spotti ha ottenuto infatti “solo” il 51,9% dei consensi. Un numero sufficiente di voti se ci si presenta per la prima volta, ma – secondo gli avversari del presidente uscente – in caso di rielezione dopo due mandati il quorum da raggiungere è il 55%, esattamente come avviene per il presidente FIR. Lo Statuto del CONI non lo dice in maniera esplicita, da qui le diverse interpretazioni. Da sottolineare anche il voto “disgiunto” avvenuto in Emilia, dove Spotti è stato rieletto ma non ha la maggioranza in Consiglio, con solo due consiglieri su sette dalla sua parte.
A presentare ricorso è stato il presidente del Rugby Romagna, Giovanni Poggiali. Ora si attende la decisione dei giudici competenti, una decisione che avrà effetto anche sull’atteso rinnovo del Consiglio Veneto, in programma a gennaio.
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