A Twickenham il XV di Stuart Lancaster mette in scena una gara di rara ferocia e vincono meritatamente. All Blacks sulle ginocchia
Londra – Il sabato di Twickenham è freddo, freddissimo, ma ci pensa il tutto esaurito dello stadio a scaldare il campo e l’atmosfera. Il tempio del rugby si prepara ad accogliere l’ultima sfida internazionale dell’anno tra Inghilterra e Nuova Zelanda. Se vincono i campioni del mondo è record di imbattibilità – nessuna sconfitta in un anno, a parte un pareggio contro l’Australia. Se vincono gli inglesi è impresa. “Ci vuole un esercito per battere gli All Blacks”, titolava ieri sera l’Evening Standard di Londra. E così la cavalleria è arrivata, e ha deciso di giocare duro.
L’Inghilterra parte sorniona, rimanendo nella sua metà campo per il primo quarto del primo tempo. La Nuova Zelanda appare lenta e senza idee, con qualche raro sprazzo da parte delle ali. I leoni decidono per un gioco duro e fisico, e gli All Blacks soffrono. Carter e Dagg sono decisamente sottotono, con il primo che non centra due punizioni su due e il secondo che spesso si trova in affanno nelle retrovie.
Al 30′ quasi meta per gli inglesi, che non toccano la linea di meta per un soffio. Poco dopo, Farrell inizia ad inanellare una serie di calci deliziosi: due punizioni – una, allo scadere, quasi da centrocampo, ma centrale – e un drop frutto di un rocambolesco recupero di palla. Il primo tempo si conclude con i padroni di casa avanti per 12 a 0.
Secondo tempo più frizzante e divertente è puro spettacolo soprattutto per i tifosi inglesi, con gli All Blacks che provano a reagire dopo un’altra punizione messa a segno da Owen Farrell. La Nuova Zelanda cerca qualche soluzione sulle fasce, e alla fine la trova con Savea, a cui il TMO dà ragione. Carter stavolta non sbaglia, 12-7. La Nuova Zelanda ci prova ancora e va a meta con un prepotente Kieran Read, e anche stavolta Carter non delude, da una delle sue posizioni preferite.
L’Inghilterra non ci sta e ingrana la quarta: prima Barritt, con una bella meta, e poi con Ashton che si lascia andare in uno splendido volo d’angelo. Poco dopo, anche Tuilagi mette la sua firma alla bellissima prestazione dei suoi.
La Nuova Zelanda tenta disperatamente una reazione, ma il gioco è spesso stentato e macchinoso. L’Inghilterra, invece, è sempre molto pericolosa. Al 50′ Burns mette un’altra punizione per il 36-14. L’ultimo assalto è degli All Blacks, e l’ultimo acuto è di Savea, che realizza una meta trasformata facilmente da Cruden.
L’arbitro fischia la fine del match, Twickenham esplode in un solo urlo a un’unica voce. E i volti della vittoria sono quelli di Owen Farrell e di Tom Wood, un gigantesco Man of the Match. Gli dei sono scesi dall’Olimpo, l’Inghilterra ha tirato fuori quel carattere e determinazione che i tifosi e Lancaster cercavano per uscire dalla crisi. E se dicembre è il mese dei buoni propositi per l’anno nuovo, l’Inghilterra ne ha messo da parte di buonissimi.
Inghilterra: 15 Alex Goode, 14 Chris Ashton, 13 Manu Tuilagi, 12 Brad Barritt, 11 Mike Brown, 10 Owen Farrell, 9 Ben Youngs, 8 Ben Morgan, 7 Chris Robshaw (c), 6 Tom Wood, 5 Geoff Parling, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Tom Youngs, 1 Alex Corbisiero.
Riserve: 16 David Paice, 17 David Wilson, 18 Mako Vunipola, 19 Courtney Lawes 20 James Haskell, 21 Danny Care, 22 Freddie Burns, 23 Jonathan Joseph
Nuova Zelanda: 15 Israel Dagg, 14 Cory Jane, 13 Conrad Smith, 12 Ma’a Nonu, 11 Julian Savea, 10 Dan Carter, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read, 7 Richie McCaw (c), 6 Liam Messam, 5 Sam Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Keven Mealamu, 1 Tony Woodcock.
Riserve: 16 Dane Coles, 17 Wyatt Crockett, 18 Charlie Faumunia, 19 Luke Romano, 20 Victor Vito, 21 Piri Weepu, 22 Aaron Cruden, 23 Ben Smith.
Marcatori, Inghilterra
Mete: Barritt (53), Ashton (57), Tuilagi (61)
Conversioni: Farrell (62)
Punizioni: Farrell (25, 32, 40, 42), Burns (66, 72)
Drop: Farrell (37)
Marcatori, Nuova Zelanda
Mete: Savea (47, 74), Read (50)
Conversioni: Carter (48, 52), Cruden (75)
Punizioni:
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