In una intervista l’ex ct springboks campione del mondo non fa mistero che a una chiamata della nazionale australiana direbbe di sì
“But you ask would I like to coach the Wallabies. Of course that is a dream job”. Servono traduzioni? Non lo riteniamo necessario, ma insomma, l’attuale head coach dei Brumbies non fa mistero che davanti a una chiamata della federazione australiana per guidare la nazionale non si tirerebbe certo indietro. Anzi. Jake White, che un mondiale lo ha già vinto nel 2007 guidando gli springboks, lo dice candidamente al quotidiano The Australian.
Una intervista che arriva in un momento molto particolare, in cui l’attuale ct Robbie Deans non smette di essere sulla graticola, per vari motivi: il primo è che la sua conduzione tecnica continua a non piacere e convincere. E’ vero che la sua Australia è terza nel ranking dietro al Sudafrica per un pugno di centesimi, che è una delle uniche due squadre a non aver perso contro gli All Blacks da luglio 2011, che è arrivato secondo nel Rugby Championship e che nei test autunnali ha vinto contro Inghilterra e Galles. Però è anche vero che con i dragoni ha vinto grazie a una meta negli ultimi venti secondi e che per un pelo non vinceva nemmeno con l’Italia: diciamo che in queste due occasioni la dea bendata ha ridato ai wallabies quello che si era presa in termini di infortuni nei mesi precedenti. E non è che l’Australia abbia mai particolarmente brillato negli ultimi tempi (pareggio con gli All Blacks e vittoria in Argentina a parte).
Probabilmente alla ARU non sono pochi quelli che vorrebbero cambiare gestione, ma i Lions sono in arrivo. E subito dopo inizia il Rugby Championship. Insomma, la posizione di Deans è tutt’altro che stabile, ma il tempo lavora per lui. Anche se in caso di disfatta con la selezione britannica…
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