Parole come lame: Umberto Casellato mette il dito nella ferita Challenge Cup

Alcune dichiarazioni del coach veneto sdoganano apertamente il dibattito sulla presenza italiana nella competizione europea

 

ph. Alfio Guarise

Umberto Casellato, coach del Mogliano sulla partita con i Dragons di Newport finita 33 a 0 con i gallesi in 14 per 50 minuti: «La loro difesa ci ha messo sempre in grossa difficoltà, abbiamo subito molto in mischia e touche. Newport proviene da un campionato di standard superiore e l’esperienza celtica aiuta. Occorre essere realisti, questo è il nostro livello. Si gioca a un ritmo diverso, con tempi più brevi per decidere. Sono più forti: il punteggio è più stretto dei reali valori in campo. Campo pesante ed espulsione ci hanno aiutato a tenere basso il passivo».
Ancora Umberto Casellato:«E’ difficile per le nostre squadre competere a livello tecnico-tattico, il divario deve far riflettere: più che di crescita, diventa momento di frustrazione. Nel prossimo weekend, andremo a Newport, mentre la Lazio, che affronteremo prima di Natale, è impegnata nel Trofeo Eccellenza e ieri causa neve non è scesa in campo. Le  partite in Europa rischiano poi di lasciare strascichi in campionato».

 

Queste le dichiarazioni dell’allenatore veneto rilasciate al giornalista de La Tribuna di Treviso, Mattia Toffoletto e pubblicate domenica. Parole di grande onestà intellettuale e che mettono il dito in una delle piaghe più dolorose del nostro movimento. Sabato mattina scrivevamo: “L’andazzo degli ultimi anni non è certo dei migliori, con tante (troppe) imbarcate e qualche (troppo pochi) buon risultato. Dopo ogni giornata di Challenge Cup ci troviamo troppo spesso a stilare una contabilità fatta di punti e mete fatte/subite davvero  negativa per la pattuglia italiana. La speranza è ovviamente quella di essere smentiti tra qualche ora”.
La smentita – purtroppo – non è arrivata: pesanti ko per Calvisano a Bath, per Mogliano con i Dragons e la rumorosa sconfitta di Rovigo col Gernika, alla sua prima vittoria di sempre nelle coppe europee. A salvare la baracca è arrivato il più che onorevole ko di Prato con lo Stade Francais. Forse nel complesso le cose sono andate anche un pizzico meglio di altre volte, ma sta di fatto che dopo tre turni solo Calvisano e Cavalieri hanno messo in cantina qualche punto (due a testa), Rovigo e Mogliano sono fermi al palo.
In una nota diffusa su facebook l’ex candidato alla presidenza FIR Gianni Amore ha scritto chiedendoci “che senso ha spendere circa 8.000.000 di € per una franchigia quando le società italiane sono in sofferenza???”. Discorso che sta in piedi, che in tanti condividono, ma che non spiega certe prestazioni delle squadre italiane in Challenge Cup, perché Rovigo non ha perso contro il Gernika per questioni economiche. Se queste ultime hanno sicuramente un peso nell’organizzazione del nostro movimento è anche vero che esiste un problema di approccio mentale al torneo, ben spiegato dalle oneste parole di Casellato.
Tra agosto e settembre Andrea Cavinato, coach del Calvisano campione d’Italia, ha più volte ribadito in diverse occasioni che voleva cambiare l’atteggiamento psicologico della sua squadra. Anche a lui non sempre la cosa è riuscita. Il punto alla fine è uno, come dice Casellato: “più che di crescita, diventa momento di frustrazione”. Urge una soluzione, che così non si può andare avanti e al queste domande probabilmente se le starà facendo anche qualcuno al board internazionale, tenendo presente che a oggi il regolamento non consente la presenza di selezioni che non partecipino ai campionati nazionali (unica eccezione è il Bucarest).

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