Il coach del Calvisano Cavinato non difende Ferraro per il pugno ma dice la sua. E attacca anche Melegari
Il derby lombardo di prima di Natale continua a far discutere. Per il pugno rifilato a freddo dal bresciano Ferarro a Riccardo Pavan, ma non solo. Stavolta a parlare dalle pagine di QS del 30 dicembre è il coach dei campioni d’Italia, Andrea Cavinato, che a Giorgio Sbrocco conferma di condannare il gesto del suo giocatore: “Fa parte di quei comportamenti che non considero adeguati allo status di atleta professionista. Il giocatore sa che non troverà mai la mia comprensione o, peggio, giustificazione». Poi però sottolinea delle circostanze attenuanti, chiamiamole così: “Riccardo Pavan è spesso sopra le righe quanto ad aggressività, è uno che gioca costantemente ai limiti del regolamento. (…) L’ho avuto come giocatore a Parma e ricordo numerose occasioni in cui dovetti toglierlo dai campo per evitare che venisse espulso. La provocazione fa parte del suo modo di giocare. Se metà dei giocatori italiani lo aspetta ogni domenica per saldare qualche conto in sospeso, una ragione ci sarà! O no?».
Infine racconta di un’aggressione subita durante la gara: “Io e i miei collaboratori siamo stati aggrediti da un gruppo di tifosi di Viadana che a calci e a pugni ha sfondato uno dei vetri della cabina all’interno della quale ci trovavamo per seguire il match. Per la prima volta in vita mia ho avuto paura. Ho persino chiamato i carabinieri cui ho chiesto di identificare gli aggressori. Che all’arrivo dei militi, però, sono scappati. Credo che mai una cosa simile sia accaduta nella storia dei rugby italiano”.
Cavinato stigmatizza il comportamento del presidente del Viadana, Silvano Melegari, tutto teso – a suo dire – a minimizzare l’accaduto: “Se Melegari e i suoi capissero qualcosa di sport la ricerca l’avrebbero fatta loro. E pure la denuncia. Altro che minimizzare».
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