Un plauso alle iniziative annunciate nell’ultimo Consiglio Federale, ma anche l’attesa di vedere le decisioni concrete
Venerdì scorso si è tenuto un Consiglio Federale nel quale è stata messa sul tavolo la possibilità di chiedere alle società di Eccellenza una garanzia fidejussoria di 50mila euro per gli stipendi di giocatori e dipendenti. Una ipotesi che potrebbe aiutare gli atleti che si trovano nelle tante (troppe) situazioni di difficoltà anche nel massimo campionato nazionale.
A tal propoito la G.I.R.A. – Giocatori d’Italia Rugby Associati ha diffuso un comunicato in cui plaude all’iniziativa ma ne segnala i limiti. In attesa di decisioni concrete. ve la proponiamo integralmente:
Prendiamo atto – leggendo l’estratto della riunione del Consiglio Federale del 02/02/2013 – che è al vaglio della F.I.R. la proposta di introdurre delle garanzie fideiussorie nell’Eccellenza, a beneficio dell’ “indennità salariale dei Giocatori” e del rispetto degli impegni assunti dalle Società Sportive.
In particolare “Il Presidente Gavazzi ha relazionato i colleghi consiglieri in merito alle riunioni avute con i vertici delle Società del Campionato Italiano d’Eccellenza. Si è determinato che, dalla stagione 2013/14, al fine di garantire l’indennità salariale dei giocatori, venga richiesta alle Società una fidejussione di cinquantamila euro a cui si affiancherà una garanzia della FIR stessa. E’ inoltre oggetto di valutazione la riduzione delle Società partecipanti al massimo campionato”.
Ci si compiace davvero dell’iniziativa, posto che i Giocatori da anni e anni chiedono degli impegni concreti da parte delle Dirigenze sportive delle Squadre di Eccellenza, troppe volte gravemente inadempienti alle proprie obbligazioni contrattuali.
A tal proposito, la vicenda Aironi era e resta un caso emblematico (non si è ancora saputo con certezza se la Società Sportiva sia “coperta” da una fideiussione, unica speranza di tante famiglie di rugbisti di recuperare le mensilità arretrate), ma servirebbe spendere più di qualche parola su recenti comportamenti contrattuali di numerose società di “Eccellenza”, abili nell’applicare, o magari subire, la “REGOLA DEL 3”: pagare le prime mensilità, poi ritardare il pagamento di quelle successive, e, infine, saltare in toto il pagamento dei compensi dell’ultimo trimestre.
Nella stagione sportiva successiva, poi, i Giocatori possono “scegliere”: o fare un accordo sull’arretrato “con lo sconto” ed essere riconfermati, oppure andarsene con la beffa che si aggiunge al danno.
Incapacità o preordinazione? La “regola” si è ripetuta troppo di frequente per essere casuale (si pensi alle clausole inserite nei contratti tecnico-agonistici che subordinano la possibilità di invocare la risoluzione del rapporto solo in caso di “sforamento” di n. 3 mensilità), e talvolta ha prodotto conseguenze deleterie.
Venezia-Mestre? Fallita, ma erano mesi e mesi che dalla Laguna si diceva “che ci facciano pure causa, tanto non si recupera nulla”.
***Rugby Roma? Fallita. Sulla piazza romana, in realtà, c’è stato un tale rimescolamento di carte che anche solo indovinare la sede della Società Sportiva pare fosse disagevole.
Rovigo? Si dice che la Guardia di Finanza avesse già ammonito la dirigenza di allora sul fatto che una Scarl era poco compatibile, come struttura societaria, rispetto all’attività (commerciale?) svolta. Aggiustata la forma, la sostanza s’è dissolta.
Esempi odierni e non del passato? Vuoi mettere…
I Crociati Parma (quelli fino a qualche giorno fa presieduti, per intenderci, da un politico agli arresti per varie ipotesi di reato) hanno trattenuto 250,00 euro a ciascun giocatore sulla mensilità (pagata in ritardo) elargita qualche giorno addietro. La colpa dei giocatori? Aver lamentato una situazione di cronica insolvenza che perdura da ben tre stagioni.
Prato or ora dichiara laconicamente di aver finito i soldi, a metà stagione! E tutti sapevano già prima della pausa natalizia del dissesto.
E tutte le altre, hanno saldato i conti o no?
La FIR, quindi, opportunamente sta trattando il tema dell’introduzione delle fideiussioni.
Quando vedremo, crederemo.
A prescindere, si deve pure constatare che allo stato la “regola del 3” trova un buon “alleato”: le CLAUSOLE COMPROMISSORIE inserite nei contratti tecnico-sportivi che obbligano i Giocatori a seguire la via dell’arbitrato irrituale, che porterà (con aggravio di costi) ad una decisione senza valore di Sentenza, per cui, in caso di inottemperanza della Società Sportiva (già inadempiente), si potranno solo in seconda battuta adire le vie del giudizio con ricorsi per decreto ingiuntivo o, peggio, con cause ordinarie che dureranno anni.
E intanto il tempo passa, i debitori cronici falliscono, cambiano veste societaria e magari riprendono il titolo sportivo, tamponano le falle finanziarie con piani di rientro farlocchi e non garantiti, scaricano dall’organico quei giocatori che hanno avuto l’ardire di protestare o tutelare i propri interessi, privilegiando quelli mansueti o nuovi, che magari per paura o per la giovane età stanno zitti.
Un plauso al nuovo corso federale, ma il lavoro, soprattutto di mentalità è ancora enorme…
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