Doping, diffusione di droghe e infiltrazioni della criminalità organizzata: lo sport professionistico australiano si attrezza
Mantenere lo sport pulito. Lo vogliono tutti, ma non sempre è facile farlo. Dall’Australia arrivano due storie che legate tra loro visto che vanno entrambe nella medesima direzione.
Storia numero 1: l’ARU ha annunciato un accordo con il governo federale australiano per la lotta alla diffusione della droga e alle infiltrazioni della criminalità organizzata in ambiti sportivi. Lo ha annunciato il nuovo CEO della federazione wallabies, Bill Pulver, dicendo che questa “deve essere una sveglia per lo sport professionistico. Il rugby al momento sembra non essere interessato da queste tematiche ma bisogna tenere alta la guardia. Sempre. Per questo assicureremo al governo il nostro pieno appoggio e la totale trasparenza. Ne approfittiamo per ribadire la nostra ferma condanna per l’uso di droghe e doping da parte dei nostri atleti “.
Storia numero 2: l’Australian Crime Commission e l’Australian Rugby League Commission hanno annunciato che i club dela campionato di rugby a 13 e diversi giocatori sono under investigation. L’Australian Crime Commission (ACC) è l’ufficio del governo federale che ha stretto l’accordo con la ARU che vi abbiamo raccontato in precedenza.
Si tratta di una inchiesta esplorativa circa l’uso di droghe e sostanze vietate in connessione con la criminalità organizzata. La federazione di rugby league ha fatto sapere che intende sradicare i comportamenti vietati e scorretti, parole che secondo alcuni osservatori della stampa locale stanno a indicare che oltre al fumo c’è pure un po’ di arrosto. Speriamo si sbaglino.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.