Asti corsaro ad Imperia. È questo il verdetto finale di una partita di rugby in C territoriale vissuta con spirito già primaverile. Imperia, va detto, in piena emergenza, con tanti assenti, tra indisponibili ed infortunati. La mischia ha patito molto, mancando tra l’altro Barbotto, Del Bon, Oreggia, Vazio, Oliviero e De Castro. In prima linea si sacrifica Salaris. L’esperto Nicola Berio guiderà il pacchetto avanzato, giocando una partita comunque monumentale. Francesco Creanza è richiamato alle armi e non spreca una palla, facendo sentire fisico e tensione. Altri si presentano acciaccati e come se non bastasse dopo qualche minuto risente di un infortunio muscolare il tre quarti Davide Pozzati, che rimane stoicamente in campo e orchestra le azioni in profondità. Asti è invece una squadra sorniona, preparata a livello atletico ed esperta, con ben quattro giocatori provenienti dalle serie B, ove stazionano i gloriosi “Senatori”. Pronti via e Asti è già in meta, con la difesa imperiese bloccata su di un sospetto “in avanti”. Imperia si rigetta in attacco e preme, invero per tutto il primo tempo. Alessandro Castaldo è al rientro e ben si intende con Dalpiaz, anche lui in campo dopo un infortunio. Sarà proprio il biondo mediano di mischia a “mettere” un calcio di punizione, mentre Asti rimane in 14 per una espulsione da dieci minuti. Poi ancora Castaldo innesca Pozzati, che tiene la palla in una maul e permette alla squadra di riposizionarsi: sarà lo squalo Berio a segnare la meta, non trasformata. Imperia insiste: ripetuti richiami dell’arbitro, poi un placcaggio in ruck diventa un rosso per una terza linea di Asti. Il sospetto è quello di un pugno in placcaggio. Non si fa. Non sarà però un bene per l’Imperia a lungo andare. Forse un po’ di compensazione e i falli ripetuti fischiati dal direttore di gara faranno un po’ di differenza. In ogni caso Imperia Rugby ne approfitta subito e Dal Piaz intercetta un calcio avversario sbagliato e lancia in meta il veloce Semeria. Sono a 17 punti a 7. Asti non riesce a tessere trame di gioco, avendo tra l’altro la mediana improvvisata, secondo le dichiarazioni dell’allenatore ospite. Nonostante tutto, i biancorossi ospiti si portano in attacco in modo veemente e ottengono vari calci di punizione a favore. Giocano sempre, vecchia maniera. Gli imperiesi sono indisciplinati: vengono fischiati falli in ruck o il non rispetto dei dieci metri dopo la penalità. Ne fanno le spese Beruto e Minniti, tutti e due espulsi per dieci minuti. E così Asti rimane attaccato alla partita con una nuova segnatura. 14-17 al primo tempo.
Nella ripresa il sagace Alessio Lanteri deve lasciare subito la partita per alcuni minuti a causa di un po’ di sangue dall’arcata sopraccigliare. Nonostante la mancanza dell’esperto giocatore, Imperia arremba ancora, recuperando palla in ruck e lanciando l’”invisibile”, l’estremo che non vedi e di cui non sai, che vola in meta. Inseguito dagli astigiani, non arriva dietro i pali. La conversione è difficile e Castaldo fallisce. La fatica si fa sentire. Sarà però ancora l’Invisibile a cavalcare in meta dopo un intercetto, nel momento migliore del secondo tempo imperiese. Si vede anche un po’ di gioco, con linee di passaggio a destra e sinistra. La partita vive il momento migliore, scadendo poi nel finale. Asti gioca ancora con tensione e Imperia mostra la corda in difesa: subisce su percussione e i biancorossi arrivano a 21 punti contro i 27 dei locali, che hanno già il punto di bonus per le quattro mete segnate. E non finisce qui, perché quei soliti tre, Pozzati, Invisibile e De Masi inventano un’altra meta, trasformata da Castaldo con il calcio più difficile del pomeriggio. Manca però ancora molto tempo e non ci sono cambi a sufficienza. Entrerà Gandolfo, entrerà Ferrua e alla fine anche Delbecchi, un tre quarti di sostanza però sofferente ad una spalla. Esce Dalpiaz e De Masi va all’estremo, ruolo non ricoperto abitualmente. Si scatenano i centri di Asti: anno in meta una prima volta poi altre due, con il “solito” Palladino, man of the match. L’ultima azione è un autentico harakiri degli imperiesi, che non riescono a tenere la palla nella metà campo avversaria e pasticciano in un passaggio arretrato permettendo ai tre quarti biancorossi un’agevole sgroppata in mezzo ai pali. Ne consegue una trasformazione che mette fine al match.
Alla fine bicchiere mezzo pieno per il coach imperiese Flavio Perrone che dichiara: “Direi che contro l’asti è stata partita vera, combattuta da ambo le squadre”. Segue una teatrale pausa: ”I ragazzi sono stati bravi nonostante una mischia inventata per le numerose assenze e tre quarti della squadra non era in buone condizioni. L’Imperia ci ha messo grinta e cuore, nel recuperare ad inizio partita…mi dispiace per le mancate trasformazioni di Castaldo, ma va detto che era reduce da un infortunio e non si calcia bene e sicuri in quelle condizioni. Il nostro gioco lo abbiamo fatto, con uno o due punti di incontro e poi gli allunghi. Siamo calati alla distanza, anche mentalmente e Asti ha recuperato. Non mi stanco di ripetere che a due minuti dalla fine la palla va tenuta con ripartenze e pick and go della mischia. Però la mischia aveva speso moltissimo. In ogni caso è stato un bello spettacolo. Dico a tutto il pubblico sportivo di seguire il rugby ad Imperia, non si pentiranno”.
Molto rammarico nelle file locali, con una emergenza che si concretizza anche per la partita del prossimo 10 marzo in casa dei primi in classifica, il Cogoleto. Imperia guadagna due punti, frutto delle quattro mete segnate e dello scarto di meno di sette punti. Con La Spezia sarà scontro fino all’ultimo per il quarto posto, mentre il terzo sembra ormai appannaggio di Asti. Non mancano però i buoni risultati del settore giovanile imperiese e qui c’è da sorridere.
SERIE C GIRONE TERRITORIALE – IV GIORNATA RITORNO
DB Group La Spezia – Cffs Cogoleto 3/25
Imperia – Asti Cadetti 34/40
Savona – C&C Amatori Genova 88/12
Tigullio Rapallo – Saluzzo 20/36
CLASSIFICA: Cffs Cogoleto punti 50, Savona 38, AstiCadetti (*) 35, La Spezia 24 ed Imperia (*) 24, Saluzzo (*) 16, Tigullio Rapallo 1, Amatori Genova (*) – 4.
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