Un brutto infortunio, la corsa per recuperare in tempo per il torneo. Intervista all’azzurro sulla via del ritorno
“No, non direi rabbia. Più che altro è nervosismo. Vedere i mie compagni che giocano… vorrei essere lì con loro”. Così, in poche parole, Mirco Bergamasco spiega a OnRugby come si sente in questo Sei Nazioni vissuto suo malgrado da spettatore.
Il biondo trequarti pensava di poter rientrare già a fine febbraio da quel grave infortunio occorsogli nel secondo tempo di Italia-Australia dello scorso novembre, ma il recupero è andato un po’ più lento di quanto preventivato e Mirco – ci fa sapere – potrà tornare a calcare i palcoscenici del rugby verso fine marzo.
Gli chiediamo come giudica il Sei Nazioni dell’Italia fino a questo momento: “Quella con la Francia è la nostra partita di riferimento. Pochi errori, ogni volta o quasi che siamo entrati nei loro 22 metri siamo tornati indietro con qualche punto. E’ come sappiamo e dobbiamo giocare. Con Galles e Scozia abbiamo invece fatto i soliti errori”.
Sono comunque stati due ko diversi: con la Scozia abbiamo provato a giocare, senza riuscirci. Con il Galles invece non siamo riusciti a costruire quasi nulla, è andata proprio male.
Sono state due gare diverse. Con la Scozia siamo stati poco incisivi, e forse un po’ meno cattivi che con la Francia. Con il Galles non ci ha aiutato molto nemmeno il tempo, ci sono stati tanti errori di gestione e anche un po’ di sfortuna ma non penso che l’Italia abbia avuto paura di perdere.
Il “caso Parisse” si è alla fine concluso positivamente per i nostri colori ma il capitano con il Galles non è sceso in campo e soprattutto nei giorni precedenti alla partita con i Dragoni si è parlato molto della squalifica e forse troppo poco della gara. Il gruppo potrebbe essersi in qualche modo deconcentrato?
Non credo abbia influito molto. Sì, Sergio è il capitano e un giocatore davvero forte e molto importante, ma si va in campo in 15. No, non credo abbia pesato. E poi l’Italia ha ormai abbastanza giocatori per coprire bene tutti i ruoli.
Ora l’Inghilterra, la partita probabilmente più difficile
Difficile sì, ma io credo che l’Italia possa giocare una grande partita. Un po’ c’è la paura di prendere tanti punti, un po’ sai che che se ti lasci andare gli inglesi ti travolgono e così alla fine capita spesso che si giochi bene contro l’Inghilterra. Poi poter calcare il prato di Twickenham è un onore per un qualsiasi giocatore, lo stadio sarà pienissimo… Sono convinto che giocheremo bene e che sarà una bella partita.
Ultima domanda, inevitabile. Cosa farai la prossima stagione?
Sono in contatto con diverse squadre europee, ci sono stati anche degli incontri ma al momento non c’è ancora nulla di concreto. Di sicuro non rimarrò al Racing, o almeno fino a oggi è così.
Opzioni italiane?
Non chiudo la porta a nessuno.
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