Tre storie verso la loro conclusione: due giocatori amatissimi e un coach che ha raccolto meno di quanto seminato
La nazionale irlandese è a Roma, ma non è sola: in arrivo ci sono infatti circa 10mila tifosi che coloreranno di verde gran parte dello stadio che verrà comunque invaso anche da oltre 60mila sostenitori azzurri. Partita importante quella dell’Olimpico di sabato pomeriggio (diretta tv su SkySport2 dalle 15 e 30), partita che però potrebbe passare alla storia e rimanere nella memoria dei tifosi come quella degli addii. Di tre addii nello specifico: Brian O’Driscoll, Andrea Lo Cicero e Declan Kidney. Vediamo.
BRIAN O’DRISCOLL: campione infinito, di una classe superiore, ma la carta d’identità dice che a fine gennaio ha compiuto 34 anni. Continuerà a giocare con il Leinster, ogni tanto si parla di una sua possibile esperienza nel Super Rugby ma non c’è nulla di certo. Ad ogni modo al 99% quella di Roma sarà la sua ultima gara con una maglia verde che ha indossato finora 124 volte. Si chiude un’epoca. Magari ci stupirà e deciderà di continuare la sua avventura con la nazionale, ma l’ipotesi è improbabile. Noi speriamo di essere smentiti.
ANDREA LO CICERO: discorso non troppo diverso da quello di BOD. Campione infinito ma a 37 anni… Con quella dell’Olimpico saranno 103 le volte che il Barone si è infilato la maglia azzurra, quella che più ha amato e desiderato. Ha superato di due presenze un altro monumento del nostro rugby, Alessandro Troncon. Potevano essere molte di più se Nick Mallett non l’avesse tenuto in naftalina per un paio di anni. Cose che succedono. Lui non ha ancora annunciato nulla – nelle prossime ore spiegherà cosa farà nel suo futuro – ma più volte ha fatto intuire che non solo questo Sei Nazioni sarà il torneo con cui metterà fine alla sua avventura azzurra, ma che a giugno appenderà gli scarpini al chiodo. In teoria avrebbe ancora un anno di contrato con il Racing Metro, però…
DECLAN KIDNEY: Il ct sembra essere arrivato alla fine del suo percorso alla guida della nazionale irlandese. Si è seduto su quella panchina nell’estate del 2008 e il primo anno è stato fantastico, con un Grande Slam al Sei Nazioni di cui ancora si parla per il gioco messo in mostra. Poi l’Irlanda non è più stata capace di mantenersi a quei livelli. Rimane una squadra fortissima che quest’anno avrà messo in mostra qualche problema di troppo ma che – va detto – è stata anche colpita da una serie di infortuni seconda solo a quella che ha interessato l’Australia tra Rugby Championship e test-match dello scorso novembre.
Se all’Olimpico l’Italia vincesse il suo contratto, che scade tra un paio di mesi abbondanti, non verrebbe sicuramente rinnovato. E anche in caso di vittoria irlandese… Chiudiamo con una curiosità: Kidney sembra aver finito anche il credito che aveva con i tifosi irlandesi e qualcuno ha aperto un sito che non è nient’altro che un conto alla rovescia che calcola il tempo che manca alla scadenza del suo contratto. Ingeneroso, ma significativo dell’aria che tira a Dublino.
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