Allenatori in ballo e a rischio dopo il Sei Nazioni

Kidney a fine corsa, per Saint-André decisive le due tornate di test-match del 2013, gli altri invece…

ph. Paul Harding/Action Images

Jacques Brunel è in una botte di ferro. Qualcuno (Paolo Ricci Bitti su Il Messaggero) chiede già il suo rinnovo immediato fino al Mondiale 2019: forse la cosa è stata scritta in un momento di euforia dopo la vittoria sull’Irlanda, ma è tutt’altro che peregrina e campata per aria. Magari aspettiamo le prossime due tornate di test-match ma una conferma prima del prossimo Sei Nazioni sarebbe un segnale molto forte a tutto il movimento. E a dirla tutta sapere che a gestire l’inevitabile rinnovo del gruppo dopo la RWC2015 per questioni anagrafiche ci sarebbe l’attuale ct è una cosa che piace moltissimo anche a OnRugby.

 

Chi sta al sicuro è anche Stuart Lancaster nonostante il pesantissimo ko di Cardiff che ha tolto alla sua Inghilterra non solo il Grande Slam ma anche la vittoria del torneo. Una squadra quella inglese che ha diversi problemi da risolvere, ma tempo e talento non mancano. E l’obiettivo grosso è il Mondiale casalingo del 2015. Per converso non corre assolutamente rischi il ct del Galles Rob Howley: non li passava quando ha infilato quella impressionante sequela di ko figuriamoci se li passa con un Sei Nazioni in bacheca. Tra l’altro lui è “solo” allenatore in seconda e si è ritrovato a guidare il Galles solo perché il titolare Warren Gatland è occupato dai Lions.

 

Veniamo ora alle situazioni più o meno traballanti.
Philippe Saint-André: è arrivato ultimo quando partiva con i favori della vigilia. Non corre alcun rischio, per il momento. Un orribile Sei Nazioni non può far dimenticare un bellissimo mese di novembre. Certo per lui il cielo proprio sereno non è: all’orizzonte c’è il tour in Nuova Zelanda di giugno, ma gli All Blacks sono gli All Blacks e quindi paradossalmente quello può essere un punto a suo favore. Insomma, tornare dall’emisfero sud con tre ko può anche capitare, certo peserà molto il “modo” in cui arriveranno quelle eventuali sconfitte. Lui ha subito chiarito che non se ne va, ma se si è spinto a dire pubblicamente certe cose è perché ha annusato un’aria non proprio positiva. Decisive saranno le sfide del prossimo novembre (Tonga, All Blacks e Sudafrica).

 

Scott Johnson: Sei Nazioni positivo per il ct ad interim della Scozia. Non ha fatto miracoli ma quelle sono cose che non sono di questa terra. Grazie a un torneo equilibrato nel suo complesso è arrivato terzo, ha gettato buone basi su cui lavorare. Il suo contratto scade a giugno ma a meno di colpi di scena verrà confermato.

 

Declan Kidney: l’unico coach che probabilmente non verrà confermato è invece Declan Kidney, ct dell’Irlanda. il suo contratto scade in primavera e l’aria che si respira è quella di un fine ciclo. A non “aiutarlo” è anche la svolta neozelandese impressa dall’IRFU al movimento: le quattro franchigie hanno quattro coach che arrivano da laggiù e si rumoreggia di una proposta fatta arrivare sul tavolo di Joe Schmidt, l’uomo che ha portato il Leinster a dominare in Europa. Kidney dopo il ko di Roma ha rimandato ogni discussione sul suo futuro alle prossime settimane. Vedremo.

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