La FIR ha concesso una “deroga non scritta” alle due squadre celtiche per bypassare da subito i limiti attuali
La frase in effetti era sibillina, sembrava buttata un po’ là, ma nulla a certi livelli viene detto per caso (o non dovrebbe) e se anche ad Alfredo Gavazzi non viene riconosciuto l’acume politico di chi lo ha preceduto non è affatto detto che questa vox populi corrisponda a realtà. Anzi.
Cosa ha detto il numero uno FIR? Vi riportiamo le parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport e di cui abbiamo già parlato qualche ora fa: «Più vincono Treviso e Zebre, più potere abbiamo in Celtic. Per questo ho lasciato libere le due squadre. Allestite a giugno, le Zebre si stanno comportando con dignità. Saranno più competitive, ma vedo ruoli diversi per le franchigie. Treviso resta un club privato. Le Zebre dovranno anche rischiare qualche giovane nei ruoli che ci mancano».
Parole “normali”? Non proprio. Cosa significa infatti “Per questo ho lasciato libere le due squadre”? OnRugby, dopo aver sentito fonti federali, può infatti affermare che le parole del presidente federale – tradotte in stampatello – significano che da qui al termine della stagione (cinque partite ancora) le due franchigie celtiche potranno schierare giocatori oltre al massimo di tre finora consentito e senza limiti legati al ruolo. In pratica, riconoscendo a Zebre e Benetton Treviso lo sforzo sostenuto durante il Sei Nazioni, la FIR ha concesso una sorta di “deroga non scritta” per cui i due club potranno muoversi come meglio credono circa il problema-stranieri, mantenendo comunque a cinque il tetto massimo.
Dalla FIR tengono a precisare che le regole per la prossima stagione sono in via di definizione, ma se il buongiorno si vede dal mattino…
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