Pro12, regole per gli stranieri, Eccellenza e diritti tv: il rugby che verrà

Le prossime saranno settimane decisive per configurare lo scenario ovale delle prossime stagioni

ph. Sebastiano Pessina

Il Sei Nazioni 2013 è andato in soffitta e da qui alla fine della stagione dovremo “accontentarci” con la fase finale del campionato di Eccellenza e quello di Pro12. Dei quarti di finale, delle semifinali e delle finalissime di Heineken  e Challenge Cup. Delle fasi determinanti di Premiershipe e Top 14. Poi – a giugno – i test match, il tour australiano dei British & Irish Lions, la conclusione del Super Rugby e il Rugby Championship. E poi si riprende il giro. Insomma, il sole su Ovalia non tramonta mai.
Ma forse prima che sul campo le prossime settimane saranno importanti e decisive per quanto riguarda il futuro “politico” del movimento rugbistico, sia all’interno dei nostri confini che fuori. In Italia si attendono le “regole” che dovranno seguire Benetton Treviso e Zebre sull’utilizzo, i limiti per quanto riguarda i ruoli e il numero degli stranieri tesserabili. Siamo a fine marzo e ancora non si sa nulla, anche se il “via libera” FIR dei giorni scorsi lascia intuire quale direzione ci si sta muovendo. Forse.
Il ritardo è folle, non si può arrivare a Pasqua senza aver deciso certe cose, ma è anche vero che fino a oggi si è navigato a vista con regole che valevano al massimo per la stagione e che a volte sono poi state anche disattese. La speranza è che questa volta si stia pensando a una serie di norme che abbiano un respiro di almeno due o tre stagioni. Un Consiglio Federale è in programma verso metà aprile.

 

Il capitolo numero due si chiama invece Pro12. Nel board celtico si sta infatti discutendo la partecipazione italiana per il periodo 2014-2018, con il presidente Gavazzi che sta giustamente battagliando affinché venga tolta all’Italia la “tassa d’ingresso” di tre milioni di euro. Una sfida sacrosanta lanciata dal numero uno federale che tra le varie opzioni ha messo sul tavolo anche l’opzione uscita dal torneo. Uno spauracchio probabilmente, nulla di più. Dalle stanze dove si discute non esce molto, anzi, e al momento nessuna possibilità può essere esclusa ma ci sentiamo di essere ottimisti circa una conclusione positiva della vicenda. Gavazzi ha messo sul tavolo anche l’intenzione di dar vita a una terza franchigia con sede a Roma. Vedremo.
Collegata e strettamente connessa alla questione celtica c’è anche quella relativa al nuovo formato di Heineken Cup e Challenge Cup a partire dalla stagione 2014-2015. Qui probabilmente l’Italia va un po’ al traino di altre federazioni che oggi politicamente pesano di più, ma non è detto che questo sia un male: la FIR potrebbe seguire il corso altrui su questo tavolo in cambio dell’accoglimento delle sue richieste su quello celtico. Si tratta di board differenti ma le federazioni e gli attori, se si escludono le associazioni che raccolgono i club francesi e quelli inglesi, sono quasi sempre gli stessi. Uno “scambio” politico non è fantascienza.

 

Poi c’è l’Eccellenza. La crisi economica sta costringendo diverse società a vivere momenti davvero difficili e i fallimenti che hanno costellato gli ultimi anni non rendono certo sereno il panorama. I casi più difficili sono quelli che riguardano L’Aquila, i Cavalieri Prato e i Crociati. Sul tavolo c’è il ripensamento della “dimensione” del massimo torneo nazionale: si va verso un torneo a dodici, dieci oppure otto squadre? E sullo sfondo, anche qui, c’è la vicenda celtica: se alla fine le franchigie italiane dovessero uscire da quel torneo tornerebbero proprio in Eccellenza. Senza dimenticare che nei mesi scorsi è stata palesata anche l’opzione Benetton che torna nel torneo nazionale per lasciare il posto celtico alla selezione veneta, i Dogi. Anche qui partita apertissima.

 

L’ultima questione aperta è quella dei diritti tv legati al Sei Nazioni. Il contrato con Sky si è chiuso con l’edizione 2013 ma trattative sono in corso. Qualche settimana e anche qui sapremo tutto.

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