Scozia e Galles: sono questi i due “nemici” del Sei Nazioni delle ragazze così come lo conosciamo. Altro che Seven…
Su OnRugby torna – o meglio, arriva – Il Grillotalpa. Firmerà alcuni corsivi su temi che fanno discutere il popolo di Ovalia. Nessuna scadenza precisa, quando vorrà scrivere lo farà. Voi rimanete da queste parti…
Della “rivoluzione” – ma sarebbe più corretto chiamarla involuzione – del Sei Nazioni femminile abbiamo detto alcune settimane fa. Il torneo così come lo conosciamo verrebbe sostituito da due Tier: nella prima Inghilterra, Francia e Irlanda, nella seconda Galles, Scozia e Italia. La prima giocherebbe gare di andata/ritorno, la seconda invece rimarrebbe con il sistema attuale e cioè con gara secca alternando un anno con l’altro la sede delle partita. Non si capisce se e con quali eventuali regole sarebbero previste promozioni/retrocessioni. Una vera schifezza, diciamolo chiaramente.
Il Board si riunirà il 10 di aprile per discutere la questione ma incontri informali già ci sono stati. Si è detto che le modifiche sarebbero state spinte per una questione di contenimento dei costi e della crescita esponenziale che il Seven sta registrando anche tra le ragazze. Sembrano alibi. No, sono alibi, poche balle.
La verità è un’altra: Scozia e Galles vogliono affossare il Sei Nazioni così com’è. I motivi? Andrebbero in realtà cercati negli anni addietro, nei soldi male investiti o non spesi dalle rispettive federazioni nel settore femminile. Nella loro difficoltà di gestire il movimento, di farlo crescere nei numeri. Anche a dispetto dei risultati del campo che nel caso del Galles sono più che dignitosi. Oggi però si decide diversamente, qualcosa continua a sfuggire alla nostra comprensione. Si dice che i conti sono quelli che sono e si taglia, tanto – appunto – c’è il Seven, che costa meno e ha prospettive di crescita maggiori.
Si dirà che Inghilterra, Irlanda, Francia e Italia sono invece favorevoli a mantenere lo status quo, anzi, a rinvigorirlo. Si dirà che sono la maggioranza numerica. Si dirà che Inghilterra e Francia sono anche le federazioni più politicamente “pesanti”. Tutto vero, ma se uno decide che no, che così non va bene c’è poco da fare. Un po’ come quando tra i bambini c’è quello che non vuole più giocare a calcio in cortile e costringe tutti a fermarsi perché si porta la via la palla. Si può probabilmente “lavorare” sul Galles, più difficile sulla Scozia. Ma anche a Cardiff il panorama economico/politico non è dei migliori. E se da qualche parte bisogna usare l’accetta, duole dirlo, lo si fa con il settore femminile. Quello maschile non si tocca.
Il 10 aprile l’involuzione è probabile, molto probabile. A meno che i fautori del Sei Nazioni così com’è non decidano di allargare i cordoni della borsa e metterci magari dentro anche dei “benefit”. E potrebbe non bastare.
Il Grillotalpa
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