Il 7 aprile in programma il torneo di touch. Un po’ di pillole e la locandina dell’evento
Il Touch è uno sport di palla ovale; nonostante spesso venga anche denominato Touch Rugby, è uno sport piuttosto diverso dal rugby a XV, avendo in comune con quello praticamente solo la palla ovale (un po’ più piccola, peraltro), il passaggio indietro e la meta. Non va poi confuso con il cosiddetto “rugby al tocco” che da sempre i rugbisti giocano nell’off season o come allenamento. Questi sono essenzialmente i motivi per cui si preferisce chiamarlo semplicemente Touch.
I motivi per questa diversità derivano dalla sua origine: infatti il Touch è nato negli anni ’60 in Australia, come gioco da praticare in famiglia nei parchi, essenzialmente derivato dal Rugby League (ndr: i lettori di onrugby dovrebbero conoscere bene il League), costituendone una variante di minimo contatto.
In estrema sintesi, rispetto al Rugby Union non esistono le fasi di palla contesa: c’è una squadra che ha il possesso di palla, ed è la squadra che attacca, e l’altra squadra difende. L’attacco deve avanzare per cercare di schiacciare il pallone nell’area di meta avversaria; quando c’è un contatto (“tocco”) tra il portatore di palla e un difensore, il primo deve mettere palla a terra, a disposizione di un compagno che la distribuirà a sua volta (chi raccoglie la palla da terra è il “mediano” o “dummy half” e non può segnare mete, né essere toccato, pena la perdita del possesso); al tocco, tutta la difesa deve arretrare di cinque metri. L’attacco ha sei tentativi (tocchi) per arrivare in meta, al sesto tocco la palla passa agli avversari.
Si gioca in sei contro sei su un campo di 50x70m.
Le caratteristiche del gioco, che richiede più destrezza e agilità che forza, con un numero ridotto di giocatori e in un campo non troppo grande, fa sì che sia adatto un po’ a tutti: in effetti, dovunque sia praticato, la grande maggioranza delle squadre sono miste, con uomini e donne contemporaneamente in campo. Esiste anzi una regolamentazione specifica per le squadre miste, in cui si prevede che siano sempre in campo tre uomini e tre donne. E’ anche normale vedere in campo insieme giocatori dagli 8-9 anni fino a 50 e più, letteralmente intere famiglie.
Dagli anni ’80 esiste una federazione internazionale, la FIT (Federation of International Touch, www.international-touch.org) che sovrintende al regolamento e allo svolgimento dei Campionati Mondiali per nazioni (l’ultimo si è svolto a Edimburgo, Scozia nel 2011, il prossimo sarà in Australia nel 2015). Da poco è nata la federazione europea EFT (European Federation of Touch,toucheurope.org) che sovrintende all’attività europea (gli ultimi Campionati Europei per nazioni si sono svolti a Treviso, lo scorso settembre). Dal 2007 esiste una federazione italiana, denominata Italia Touch (www.italiatouch.it, precedentemente TouchRugbyItalia), che dal 2009 gestisce un campionato nazionale per squadre miste, e coordina l’attività delle nazionali italiane, avendo presentato due squadre agli Europei 2008 (Parigi) e agli Europei 2010 (Bristol, Inghilterra), tre ai Mondiali 2011 di Edimburgo, e cinque agli Europei 2012 di Treviso.
Il touch in Italia
Il campionato nazionale italiano (sempre solo per squadre miste) dal 2009 al 2011 è stato disputato “a tappe”: le squadre iscritte partecipavano a tornei di un giorno, accumulando punti in base alla classificazione. La somma finale dei punti determinava la classifica del campionato, un po’ sul modello della Formula 1. Le tappe andavano da Milano a Belluno, fino a Taranto.
Nel 2012 il campionato si è invece disputato con una fase di qualificazione “regionale” (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Sud) e una finale nazionale.
Quest’anno la formula è ulteriormente cambiata, avvicinandosi in qualche modo al circuito ATP del tennis: vengono organizzati diversi tornei open, a cui ogni squadra decide liberamente di partecipare o meno. Ogni torneo assegna dei punti anche in base alla sua rilevanza, decisa da ItaliaTouch. Le squadre con il punteggio più alto andranno a disputare le finali nazionali, che si svolgeranno alla fine di luglio.
Il Torneo di Pozzo e i Dragoni
In quest’ambito si colloca il Torneo di Pozzo d’Adda del 7 aprile 2013, organizzato dai Dragoni Milano Touch (dragonimilanotouchrugby.blogspot.com).
I Dragoni sono una delle squadre “storiche” del touch in Italia, essendosi costituiti stabilmente nel mese di febbraio 2008. Da allora hanno partecipato a tutti i campionati nazionali e hanno dato molti giocatori, allenatori e dirigenti alle nazionali. Rispetto ad altre squadre, magari più competitive a livello di risultati sul campo, rappresentano in pieno lo spirito del Touch, avendo il mix di età probabilmente più ampio in assoluto sul territorio nazionale, avendo in qualche occasione avuto in campo sei ragazze su sei, coltivando alacremente la cultura del “terzo tempo”, e intrattenendo scambi reciproci con altre squadre, in particolare i Tucanò di Monza, i Brianza Toucherz di Velate e i Leprotti di Torino.
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