Un libro imperdibile che ha dell’incredibile: Wilkinson a dialogo con due luminari della fisica
“Il principio di indeterminazione di Heisenberg è una relazione della meccanica quantistica fra coppie di grandezze fisiche e i limiti della conoscenza o determinazione dei valori che queste assumono in un sistema. Il principio è stato enunciato nel 1927 dal fisico tedesco Werner Karl Heisenberg, in una delle sue forme odierne la relazione è una disuguaglianza del prodotto delle deviazioni standard della posizione e della quantità di moto di una particella:
dove è la costante di Planck. In questi termini, il principio di indeterminazione di Heisenberg implica che ad una particella non è possibile assegnare, e quindi anche conoscere, nello stesso momento un definito valore della posizione e della velocità o quantità di moto”.
Bello, eh? Che roba è? E’ la definizione che wikipedia dà del “principio di indeterminazione di Heisenberg”. Chi vi scrive si ferma qui, che ha già i suoi bei problemi con il teorema di Pitagora, figuriamoci con la fisica quantistica. Perché di quello si tratta, fisica quantistica. Perché ve ne parliamo visto che vi trovate su un sito di rugby? Perché Jonny Wilkinson è un appassionato di questa roba. Sì, quel Jonny Wilkinson. Wilko nostro, insomma.
E a qualcuno in Francia è venuta l’idea di scrivere un libro sui questa improbabile liason. Che poi, leggendo Rugby Quantistico – Un dialogo tra sport e fisica – si capisce che tanto improbabile non lo è affatto. Non è un manuale o qualcosa di simile, ma un dialogo a tre. Bisogna immaginarsi i tre protagonisti seduti attorno a un tavolo che sorseggiano brandy e discutono. Dimenticavamo di dirvi chi sono i protagonisti/scrittori in questione: Etienne Klein e Jean Ilionpoulos – luminiari internazionali di fisica quantistica, ovviamente – e Jonny Wilkinson.
Detta così sembra una roba barbosissima. Invece questo agilissimo volumetto edito da AddEditore (8 euro per 93 pagine. Traduzione e postfazione di Massimo Calandri) sa essere brillante e spigliato come certe mischie. Mischie che i due luminari non hanno quasi mai visto, dato la loro declamata e quasi totale ignoranza in materia rugbistica.
Un dialogo che ci mostra il lato più umano e profondo di uno dei più grandi campioni di sempre, di sicuro uno dei più amati e rispettati. Capace in questo libro di regalare momenti di filosofia. Quella vera, non quella parola di cui spesso si abusa:
“Ho fatto cose che erano senza dubbio molto belle, ma che non hanno funzionato. E ho dovuto cambiare la mia idea di perfezione: questa ricerca impossibile mi provocava troppi problemi, non riuscivo a stare in pace con me stesso. Il mondo è bello così.
Oggi penso sia possibile raggiungere sempre la perfezione con l’intenzione. Questa interpretazione cambia tutto: cerco di lasciarmi trasportare dalla voglia di fare del bene agli altri e di migliorarmi. Do tuto.
Che poi riesca oppure no, che il pallone cada qui o là per me non cambia molto. Non è la cosa importante”.
Per chi fosse interessato il libro è disponibile alla Libreria dello Sport e trovate la scheda a questo link.
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