Riceviamo e pubblichiamo dall’ufficio stampa Rugby Frascati
E’ il momento delle certezze, è il momento di abbandonare compromessi, metafore, futili esercizi politici che non rispecchiano l’etica del nostro amato sport Rubgy.
Abbiamo ricevuto tante proposte negli ultimi tempi. Come quella – giunta sei mesi fa – di riunire il movimento in un’unica Federazione Italiana Rugby a Tredici. Ma abbiamo anche le prove tangibili di tentativi, fin qui tanto vani quanto maldestri, di forzare le regole. Alcuni club sono stati “invitati” a prendere parte ad una votazione per ottenere un certo risultato. Siamo pienamente a conoscenza di tutto ciò e forniremo una documentazione dettagliata nelle opportune sedi quando e se ce ne sarà bisogno. Prima di tutto questo, però, ci teniamo a fare chiarezza.
La particolarità dello statuto che doveva riunire il movimento era che l’Italia sarebbe stata divisa in quattro grandi comitati che avrebbero espresso altrettanti voti a prescindere dai numeri di tesserati o dei club affiliati. Prima grande anomalia. La seconda: al voto per il presidente italiano sarebbero andati 3 comitati esteri (francese, inglese e australiano). Facile immaginare a chi sarebbero potuti andare questi voti.
In questo momento chiave collegato al processo di riconoscimento del Coni, abbiamo quindi richiesto un parere gli uffici competenti. La risposta non si è fatta attendere: “Uno statuto siffatto non è democratico e non potrà mai essere accettato da una Federazione Coni”.
Ciò che ci preme sottolineare con forza è che noi, Federazione Italiana Rugby Football Leabue, abbiamo formulato una nostra proposta stando alle indicazioni forniteci dal Coni. Una proposta basata sulla democrazia, in cui otto club sarebbero stati equiparati ai nostri 56 club per andare al voto. Ma al momento non abbiamo avuto nessuna risposta.
Ci sentiamo quindi protetti dal fatto che il Coni sia l’unico organo che possa esprimere quella “democrazia” che noi vorremmo supportare. Ci sorprende, invece, che vengano utilizzati i social network – strumento non istituzionale – per convincere i club ad affiliarsi ad altre leghe. Non possiamo tollerare che qualcuno provi, seppur senza troppa convinzione, ad appropriarsi del nostro lavoro postando qualche strano annuncio su Facebook.
Lo ammettiamo senza nasconderci: la competizione può fare bene al movimento. La competizione che insegna il nostro sport, basata sulla lealtà. Quella competizione sana che facciamo fatica a riscontrare guardandoci attorno.
Ci duole constatare che ai Campionati Mondiali la Nazionale Italiana parteciperà grazie ad una sede in Australia, un presidente australiano, un movimento inesistente in Italia. Quindi: di quale espressione italiana stiamo parlando?
Sappiamo, però, che la comunità italo-australiana è una parte importante del movimento e noi stessi ci avvarremmo volentieri delle loro conoscenze. Ma non dipende solo da noi.
Nel frattempo saremo presenti alle otto (8) giornate di campionato di una federazione che non può fregiarsi di questa definizione. Documenteremo questo lavoro prodotto sul territorio. Visto che nessuno lo ha fatto finora. Forse perché non c’era niente da documentare. Forse perché non c’è stato mai niente da documentare.
Ma noi siamo gente del Rugby. Quindi rimaniamo sempre aperti alla possibilità di un’unione democratica, non sleale.
E siamo convinti che la Federazione Europea che purtroppo oggi impedisce alle Nazionali estere di confrontarsi con noi, valuti i nostri buoni propositi e consenta che vengano disputate partite che faranno progredire il movimento.
Il nostro rammarico è legato all’incomprensione più totale sulle motivazioni che impediscono alle Federazioni europee di interagire con quella italiana che sviluppa il gioco nel suo paese con impegno, autofinanziandosi, con il cuore e con la passione sportiva. La nostra speranza è che l’intento di queste Federazioni vada oltre quelli che sembrano essere soltanto meri interessi economici. La nostra speranza e la nostra certezza è che l’intento di queste Federazioni non sia lontano dallo spirito sportivo che portiamo dentro e che ci farà raggiungere i successi a cui puntiamo: atleti motivati, ragazzi felici, sportivi che corrono verso un comune obbiettivo.
Le nostre strade coincideranno, ne siamo certi, solo quando tutti dimostreranno la passione che noi abbiamo per questo sport.
Per questo ringraziamo i nostri club – tanti- i nostri atleti – tantissimi – e tutte le personalità del mondo sportivo, economico e politico che sostengono e sosterranno sempre di più i nostri progetti.
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