Abbiamo giocato ad eleggere il capo dello Stato: quale è il più “rugbistico” tra i candidati in corsa? Per vincere è bastato poco
Da oggi in un clima tutt’altro che rilassato iniziano le votazioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Abbiamo fatto un giochino: ci siamo messi a giudicare il grado rugbistico dei nomi più caldi circolati in queste ore. Un livello – diciamolo subito – bassissimo e in una scala di valori da 1 a 10 è bastato un “3” per diventare Presidente, ma questo è quello che passa il convento.
Una puntualizzazione necessaria: l’appartenenza politica e partitica qui ha valore zero. Ripetiamo: zero. Potevano essere marziani e per noi avrebbero avuto il medesimo valore. I nomi sono quelli di cui si parla in queste ore, e non li abbiamo scelti noi.
Iniziamo il countdown, nelle didascalie le “motivazioni”:

Massimo D’Alema – Livello rugbistico: 0. Probabilmente non sa nemmeno che il rugby esiste. “Rugby: chi era costui?”

Stefano Rodotà – Livello rugbistico: 0. Rugby? “Una volta conoscevo una persona che aveva un cugino che una volta ha visto una partita in tv”

Gino Strada – Livello rugbistico: 1. Non ne sa nulla e probabilmente nemmeno gli piace, ma giusto ieri sera Emergency ha organizzato a Torino una partita di calcio con alcuni giocatori delle Zebre per raccogliere fondi. Meglio di nulla.

Milena Gabanelli – Livello rugbistico: 2. Il 15 settembre 2009 Report mandò in onda un servizio su una trasferta dei Miclas in occasione di un Rovigo-Viadana. Non molto altro, ma visto la media è tantissimo

Romano Prodi (ph. Remo Casilli/Action Images) – Livello rugbistico: 3. Era presidente del Consiglio e in questa foto presenziava ad un impegno istituzionale. Vince la corsa al Quirinale dell’Ovalia italiana per mancanza di avversari. Accontentiamoci, che chi si accontenta gode. Dicono. Ma chi gode è più contento.
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