Una bellissima storia di minirugby. Anzi, di U12
Quando alle 9 e 30 di Domenica 7 Aprile, il pullman del Mirano Rugby è arrivato a Jesolo davanti al campo di Rugby ridotto ad una autentica risaia, gli allenatori e gli accompagnatori hanno pensato: “qua qualcun ghe resta!!!”.
Quando alle 9 e 30 di Domenica 7 Aprile, il pullman del Mirano Rugby è arrivato a Jesolo davanti al campo di Rugby ridotto ad una autentica risaia, quei fetentoni degli Under 12 hanno sentenziato: “qua se fa na festa!!!”.
Proprio così, sempre così, inspiegabilmente così; dire bambino e fango è come dire pane e marmellata, caramelle e zucchero, latte e biscotti.
C’è una alchimia straordinaria che attrae ed unisce questi 2 elementi così apparentemente diversi e distanti l’uno dall’altro, una assoluta sintonia che li fa “fondere” con una naturalezza unica nel suo genere.
Credo che per un bambino, percepire l’opportunità de “sporcarse daea testa ai pìe” senza poter essere accusato di nulla dalla mamma, sia “il massimo della vita”, la purissima esaltazione della “goduria più sfrenata”.
Insomma, per farla breve, ai nostri eroi non è parso vero di potersi rotolare nella melma per l’ennesima volta e, arrivati negli spogliatoi, si sono cambiati in un “amen” per poi andare di corsa in campo a “tocciàrse come i porssei” su quel ben di Dio, fatto di terra e acqua.
Prima partita giocata contro lo Jesolo e dopo 3 minuti si fa già fatica a distinguere le 2 squadre.
I 24 eroi (12 per parte) aprono le danze ballando in mezzo al campo avvinghiati gli uni agli altri, alla caccia di un pallone invisibile.
I primi minuti servono ai bad boys bianconeri per inquadrare al meglio gli avversari, il resto della partita è una autentica guerra di mischie e placcaggi (più o meno ortodossi). Finisce 6 a 4 per noi con “Blob”, “Tobia”, “Leo” e “Bendi” in grande evidenza.
Seconda partita contro il Portogruaro e solite ammucchiate selvagge nelle varie zone del Campo. Tocca a Elia prendersi la squadra sulle spalle, “spazzolando via” la ruck avversaria e piantando di potenza quattro palloni oltre la linea di meta.
Finisce in gloria (13 a 3) anche questo secondo incontro, che mette sicuramente in evidenza il costante progresso dei ragazzi, sia in fase di placcaggio in “meso all’onto”, sia nella fase di possesso palla (sostegno e apertura del gioco).
Allenatori contenti, accompagnatori contenti, alcuni genitori (i papà) contenti, altri genitori (le mamme)………. contenti de tornar casa.
Impettiti dalle vittorie, i Boys vanno a farsi la doccia (ma una non basta per togliere tutto lo sporco) per poi tornare di corsa a Mirano a sostenere la prima squadra impegnata in un match tanto importante quanto sfortunato.
Il viaggio di ritorno me lo immagino tranquillo, mi siedo in fondo al pullman sicuro di poter chiudere gli occhi e di starmene mezz’ora in santa e meritata pace.
Mi convinco che i ragazzi saranno così stanchi dopo mille battaglie, che se ne staranno buoni buoni in silenzio, mezzi assonnati a guardare dai finestrini le nuvole che corrono in cielo.
Sono sicuro che andrà così, deve per forza andare così, non è tecnicamente possibile che non vada così !!!!’
A questo punto però, devo per forza farvi una domanda:
Secondo Voi è andata proprio, proprio, proprio così??
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