La stagione regolare ha raccolto poco più di 97mila presenze sugli spalti per una media – in calo rispetto alle ultime due stagioni – di 738 tifosi a partita
Sono 97.479 gli spettatori accorsi ad assistere alle 132 gare della stagione regolare dell’Eccellenza 2012/2013, un dato in crescita rispetto ai 72.350 di un anno fa quando però c’erano due squadre in meno. Il dato medio per partita per la stagione appena conclusa è di 738 tifosi a gara, numero questo in calo sia sulla stagione che ci ha preceduto (804) che su quella ancora prima (751).
Squadra più seguita in assoluto è stato il Rovigo con 14.750 tifosi in tutto e 1.341 di media (il record con il Petrarca: sugli spalti del “Battaglini” erano in quattromila), secondo il Viadana con 13.024 presenze per una media di 1.184 tifosi, seguito dal Petrarca Padova con 12.580 presenze complessive e una media di 1.144 a partita (il derby con Rovigo la più affollata: tremila tifosi). Un derby veneto che vale da solo un po’ meno del 10% delle presenze complessive dell’intera Eccellenza.
Rovigo, Viadana e Petrarca che sono le uniche squadre a sfondare la porta dei mille tifosi di media a partita e con le altre che non ci vanno nemmeno vicine a quella fatidica soglia: Prato si ferma a una media di 673 presenze (7.400 complessive), quinta è San Donà (664 di media e 7.300 in totale), quindi Calvisano (media a 641 e 7.050 complessive), poi seguono Mogliano, Reggio Emilia, Lazio, L’Aquila, Fiamme Oro e ultimi sono i Crociati che raccolgono un totale di 4.150 spettatori in una stagione per una media di 377 presenze medie per gara.
Numeri che danno da pensare, come già raccontavamo dopo un primo parziale bilancio lo scorso mese di dicembre. Il momento è difficile per qualunque settore economico e non, vitale per il rugby nostrano – quello semiprofessionistico che il mondo dorato di Celtic e nazionale lo vede solo in tv – trovare nuovi sponsor e aziende in grado di sostenere la crescita e lo sviluppo della palla ovale. Ma con questi numeri è molto difficile. Bisogna farli crescere, ma come? La strada più breve probabilmente passa dall’innalzamento della qualità del gioco, ma potrebbe non bastare.
Il compito per la FIR non è semplice, ma fino ad ora è mancato un progetto a medio-lungo periodo, qualcosa che guardi più in là che non alla semplice stagione successiva. Un documento, un piano nel quale ci si chieda: “ma noi tra 10 o 15 anni che cosa vogliamo essere?”. Non stupisce questa mancanza di prospettive in un Paese in cui anche la politica è priva di questa lungimiranza, ma invertire la rotta si può. Basta volerlo, anche se la strada da percorrere è parecchia. Ma quei numeri – 97.479 spettatori totali per il massimo torneo italiano e 738 tifosi di media-partita – fanno un po’ male se pensiamo che ieri in Francia per la finale del Pro D2 c’erano 33.175 spettatori… (sì, ok, stiamo parlando della Francia con tutte le differenze che ci sono. Però…)
PS: fonte statistica dei dati qui rappresentati è stadiapostcards.com
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