La storia di Frenk, la passione per il rugby

Frenk ha mandato in redazione questa bella email con il racconto di come si è avvicinato alla palla ovale. 
É la storia di molti di noi, e tutti un po’ ci possiamo rivedere nelle parole di Frenk, chi più e chi meno.
La pubblichiamo integralmente, eccola. Grazie a Frenk per aver condiviso con tutti noi la sua storia di sport, passione, pastasciutta e birra.

Tutto ebbe inizio nell’Ottobre 2012 quando nella sede della AS Rugby Milano di Via Vavassori Peroni a tre ex giocatori venne la ‘folle’ idea di creare una squadra di rugby per partecipare al torneo UISP dell’anno in corso. L’inizio non fu facile perchè come tutti gli sport che non sono ‘ l’amato calcio nazionale’ non ci sono molti fondi e, forse ancora peggio, mancavano anche i giuocatori per arrivare al numero ‘legale’; o meglio alcuni giuocatori vi erano ma era la prima volta che vedevano una palla ovale.
Si decise allora di fare una squadra dall’unione di più realtà e fu così che si assoldarono giuocatori sia della AS Rugby Milano sia della Mastini sia dei Bislunghi ed in pieno spirito del rugby nacque ‘la nuova squadra’. Così facendo si potevano trovare i fondi e far imparare ai neofiti a giuocare.

Me la ricordo ancora la prima riunione della squadra per decidere il nome da darsi e se effettivamente si ‘avevano i numeri’ per poter giuocare nel campionato uisp… Fu lì che imparai quanto ai rugbisti piace da mangià bene e da bere birra… In realtà era una semplice pasta, bhe quasi 5 kg, mangiata tutti insieme dopo un allenamento di prova ma era già l’essenza dello sport… mangiare insieme qualcosa cucinato da uno di noi con cose portate da tutti… e poi la birra… mio malgrado imparai che bere utilizzando la mano destra non è cosa da fare almeno che non te la vuoi bere tutto di un fiato mentre gli altri ti urlano B-U-F-A-L-O… quella sera ci si contò e si decise di partecipare al torneo, i conti tornavano.
Cominciammo ad allenarci 3 volte a settimana una volta o nel campo della As Rugby oppure in quello dei Mastini perchè si condivide tutto in questo sport. Ora io non sono esattamente un pilone nel senso che arriva un colpo di vento e mi porta via e prima di essere un giuocatore lo avevo visto solo in tv in rugby ed ad ogni placcaggio/mischia sentivo il dolore io piuttosto del giuocatore placcato ma la mia idea iniziale fu stravolta completamente una volta che ho iniziato a giuocare. Vero che non è balletto ma in fin dei conti non è così ‘violento’ come appare…

In campo ad allenarmi ho trovato veterani di questo sport, giuocatori della prima e seconda squadra e compagni stessi che erano sempre prodighi di consigli di incitazioni anche di critiche se necessarie ma solo costruttive… insomma anche se sei agli inizi non ti rilegano ad un ruolo secondario ma ti rendono parte attiva della squadra…e fu il 20 Gennaio 2013..la mia prima partita..quel giorno il campo dei padroni di casa di Rozzano era più una pista da sci che altro e faceva un freddo polare..venne il secondo tempo e giacchè ci si era detti che in ogni partita si giuoca tutti fu il mio turno.
Mi armai di caschetto e di paradenti ed andai a prendere il mio posto, ala sinistra..non era come nelle partitelle dell’allenamento qua si giocava sul serio, vi erano in ballo punti ed i quindici che non vestivano la maglia del mio stesso colore non ne volevano sapere di perdere..avevo fango ovunque, proprio ovunque, i piedi congelati così come le mani ma il mio dovere era di essere lì a lottare coi miei compagni..drop up and down io dalla mia linea dei ventidue urlo mia e mi butto sulla palla e tadam la prendo al volo, negli allenamenti la ciccavo sempre, tanto che sia i miei compagni che gli altri giuocatori sono rimasti un pò basiti e poi corro corro verso la linea di meta.  Mi pareva di essere come nel film Forrest Gump, corri Forrest corri..non ci è voluto molto prima che mi fermassero però poi a palla ferma ho ricevuto i complimenti di tutti..come quando ultimo difensore nei miei ventidue decisi di fermare un pilone che di corsa andava verso la mia metà provenendo da centro campo..ricordo la gran botta che fece la mia testa quando si scontrò contro il suo bacino e lo stordimento che mi ha causato e che il caro pilone mi usò tipo zainetto quasi fino alla linea di meta prima che un mio compagno lo placcasse..

Come alla mia prima meta, bhe quella ‘ufficiale’ in campionato, sembrava che avessimo vinto la guerra.. poi da buon rugbysta mi sono fatto male in allenamento ed ora è un mese che sono fermo però quanta voglia di giocare che ho ancora..ho scritto sperando che a chi lo legge venga la mia stessa voglia di giocare e di avvicinarsi ad uno sport che è molto bistrattato in Italia e che invece ti da un mare di emozioni e soddisfazioni pure se lo inizi a praticare a 33 anni.

Frenk