Intervista all’allenatore del club cremisi al termine di una stagione davvero positiva. Tra concorsi, nomi nuovi e “atipicità”
Il torneo dell’Eccellenza che si chiude questo fine settimana ha registrato non poche sorprese, a cominciare dalle protagoniste della finalissima. Una mezza sorpresa è stato il Petrarca, almeno fino ai tre quarti di stagione. Un’altra è stata la salvezza piuttosto comoda della Rugby Reggio. E poi ci sono le Fiamme Oro giunte a metà classifica di cui si parla molto poco. Noi abbiamo fatto una chiacchierata con il loro allenatore, Pasquale Presutti.
Un ottavo posto subito dietro (a un punto) ai “cugini” della Lazio. Se lo aspettava?
Direi di no. All’inizio, quando sono arrivato, avevo capito che c’era un buon gruppo con delle qualità, ragazzi vogliosi di misurarsi con un rugby di livello superiore. Però non lo nascondo, è andata meglio di quanto sperassimo.
Quale il momento di svolta della stagione?
Sono due, le vittorie con L’Aquila e Lazio, due affermazioni che ci hanno fatto crescere nella testa e nella convinzione dei nostri mezzi. Le ciliegine sulla torta sono invece le vittorie con Prato e Rovigo. E’ andata bene, siamo stati bravi.
E ora?
Abbiamo la possibilità e la voglia di migliorarci, di fare qualcosa di meglio e di più di quanto abbiamo fatto quest’anno. Però sappiamo che sarà molto difficile. E non dimentichiamoci che il prossimo anno le retrocessioni saranno tre… sarà durissima.
Fiamme Oro ottave e Lazio settima, Rovigo sesta però è davanti di 22 punti… E’ un’Eccellenza a quante velocità?
Diverse velocità. Però scusate, è vero che tra noi e Rovigo e poi il Petrarca c’è quella distanza, ma tra quelle due squadre e quelle che sono andate ai play-off quanti punti ci sono? Non mi pare che ci sia poi così tanta differenza. Le velocità variano da squadra a squadra e da stagione a stagione, è normale. Quello che mi auguro è che a partire dalla prossima stagione i gap vengano limati perché chi sta dietro riesce a crescere e non perché chi sta davanti si mette a frenare. Bisogna saper aspettare, avere pazienza e dobbiamo tenere conto che c’erano nuove regole. Pazienza e calma.
In tanti spingono per una riduzione importante delle squadre di Eccellenza, portandole magari a otto
Io ne avrei messe 14… al di là delle batute dipende tutto da quello che si vuole fare. Ci sono troppe squadre? Bene, cosa vogliamo fare? Portarle a 10, a 8? Ci sono troppi stranieri? Vogliamo diminuirli, fare squadre di soli italiani? Insomma, cosa vogliamo fare? Bisogna prendere una decisione e poi tenere la barra dritta, darsi del tempo e aspettare tre o quattro anni e non fare passi indietro alle prime difficoltà.
Diverse squadre di Eccellenza stanno passando un brutto momento dal punto di vista economico
Innegabile, come tutta la società presa nel suo insieme non solo sportivo del resto. Ma aumentare o diminuire il numero di club in Eccellenza non può essere legato a un aspeto finanziario. Problemi di soldi ce ne sono, è evidente, ma anche in Serie A non mancano. Mi ripeto: preniamo una decisione e aspettiamo di vedere cosa succede, a volte quello che vogliono fare non è poi così chiaro…
Veniamo alle Fiamme Oro, società atipica. Da tanti criticata perché vive una sorta di statuto speciale
Sì, è vero, ma io la vedrei in positivo e non trovo niente di così strano. Le Fiamme Oro avevano questa atipicità anche quando erano in Serie B.
Secondo molti i giocatori sono tentati di venire da voi perché potete offrire un futuro oltre lo sport, cosa che gli altri non possono fare. Una sorta di concorrenza sleale…
Che le Fiamme Oro possano offrire un qualcosa che va al di là del rugby è innegabile, ma non è affatto detto che uno voglia fare il poliziotto per tanti anni. E’ un lavoro, è vero, ma può essere molto duro e non tutti magari lo vogliono fare. Non è un lavoro per tutti.
Comunque Andrea Bacchetti farà il concorso. E si mormora che non sarà l’unico nome importante
Ah sì? E quali? (ride, ndr) Abbiamo avuto diverse richieste e Bacchetti è un giocatore molto importante, una delle migliori ali italiane. Però vorrei che una cosa fosse chiara: non l’abbiamo cercato noi, magari fosse così! Bastasse quello per attirare altri giocatori magari ne verrebbero molti altri, ma non è andata così. Non l’abbiamo cercato.
Ultima domanda: terza franchigia a Roma. E’ fattibile?
Se non siamo in grado di fare 12 squadre d’Eccellenza come possiamo fare tre franchigie di quel livello? Nella vita si può fare tutto, ma poi bisogna vedere come le cose vengono concretamente fatte. Bisogna pensare a come vengono “creati i giocatori”. Tra l’Accademie e il completamento della loro formazione c’è un salto di tre o quattro anni, non è come all’estero. Lì bisogna intervenire.
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