Galles, Irlanda e Scozia hanno messo alla guida delle nazionali tre tecnici neozelandesi. Casualità? O siamo di fronte ad altro?
Warren Gatland allena il Galles, Joe Schmidt dal primo luglio si siederà sulla panchina irlandese, Vern Cotter dovrà invece aspettare il primo giugno 2014 per prendere possesso di quella della nazionale scozzese (ma comincerà a collaborare con la federazione di Edimburgo già durante i test-match autunnali). Senza contare che ben tre delle quattro franchigie irlandesi hanno head coach neozelandesi: Pat Lam a Connacht, Mark Anscombe a Belfast guida l’Ulster mentre Rob Penney allena il Munster.
Insomma, nel Regno Unito si sta registrando una vera e propria invasione kiwi sulle panchine di rugby che più contano. In un contesto ormai iperprofessionistico è normale che si vadano a cercare allenatori e giocatori un po’ ovunque, la carta d’identità alla fine conta relativamente perché a pesare sono le capacità, ma vedere tre ct neozelandesi nella terra che ha dato i natali al rugby fa comunque una certa impressione. E fa discutere.
Forse siamo di fronte a una concatenazioni di eventi tra loro slegati e casuali. O forse quelle culture rugbistiche – con l’importante, numericamente e qualitativamente, esclusione dell’Inghilterra – stanno passando un periodo di crisi nella “produzione” di allenatori?
Voi cosa ne pensate? Casualità o cosa?
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.