Affinità e divergenze tra una sana lotta al doping e una caciara controproducente

Laurent Benezech va in Senato in Francia a raccontare di un’organizzazione che coinvolgerebbe Berbizier e Lapasset. Ma non porta prove

ph. Andy Clark/Action Images

Succede che un giovedì pomeriggio un ex pilone della nazionale francese (15 caps con la maglia dei galletti) si presenta davanti alla commissione d’inchiesta sul doping del Senato di Parigi. Lui è Laurent Benezech e si mette a parlare di lattine e di cortisone. Dice in quella sede che ai Mondiali sudafricani del 1995 ogni giocatore aveva le sue lattine e che non doveva dissetarsi da quelle degli altri: “Lo staff medico ci ha avvertito di non prendere quelle degli altri, ufficialmente per il rischio di malattia”. In pratica – dice – ognuno aveva un beverone di aiuti medici proibiti appositamente studiato.
E il cortisone dov’è? Salta fuori quattro anni dopo, quando il giocatore per una operazione a un occhio viene curato anche con quel prodotto e lui ha un flash-back: “Ero euforico, non sentivo più la fatica. Sensazioni che mi ricordavano un periodo della mia vita. Ho messo insieme i pezzi del puzzle e mi sono accorto che erano le stesse provate in Sudafrica. Ora ripensandoci sono convinto che le nostre prestazioni abbiano avuto un aiuto medico. E sono convinto fosse cortisone”.
Benezech poi punta il dito, molto in alto: “Il medico della nazionale era Marc Bichon e dubito che abbia potuto sviluppare un protocollo medico senza il beneplacito di Pierre Berbizier, allora ct della nazionale. Ma sono stato anche io allenatore e so che anche il ct non avrebbe preso questa decisione senza aver consultato il presidente federale di allora”. E chi era il presidente della FFR? Bernard Lapasset, oggi numero uno dell’IRB. Boom. In Francia, e non solo, i media danno ampio risalto alla notizia. D’altronde ce n’è abbastanza da configurare un’associazione a delinquere.

 

Il problema è che sono “solo” parole. Non c’è uno straccio di una prova, un pezzo di carta, nemmeno una voce “altra” che conferma la versione di Benezech. Nelle ore immediatamente successive alle sue dichiarazioni sono infatti giunte le smentite di Bichon (“Rigetto in blocco le parole di questo signore”) – e fin qui nulla di strano, la notizia sarebbe stata la loro assenza – ma anche quelle di un suo compagno di squadra al Mondiale del ’95, Emile Ntamack che ha parlato di “frasi irrispettose, che minano l’integrità dei giocatori presenti al torneo” e che “è facile parlare senza avere prove”.
Questo significa che quanto raccontato da Benezech siano solo storie inventate? Assolutamente no. Magari ha ragione, magari la verità è pure peggiore di quanto finora raffigurato. Ma non si va davanti a una Commissione del Senato a distribuire patenti di colpevolezza senza avere un qualche supporto che sostenga le tesi raccontate. Se la cosa è appena tollerabile per una intervista o per un libro diventa insopportabile in una sede così importante e ufficiale. Non è una questione di educazione e/o buone maniere e neppure di essere garantisti o colpevolisti. Il fatto è che un racconto del genere, se non provato, diventa un boomerang per la lotta al doping, una sorta di “esempio mediatico negativo” di cui sinceramente non si sente il bisogno.
Dice che però è importante che qualcuno parli, che rompa quel muro di omertà che da sempre circonda il doping. Vero. Ma dire che ti hanno somministrato del cortisone perché a distanza di quattro anni un’operazione ha risvegliato in te sensazioni che altrimenti non sapresti spiegare è davvero un po’ poco. Se Benezech sa è fondamentale che parli, ma alle persone giuste, seguendo altre strade che sono necessariamente lontane dalla ribalta e dalle luci del palcoscenico mediatico. Se sa qualcosa troverà sicuramente qualcuno disposto ad ascoltarlo negli uffici dell’Antidoping francese.

 

Il Grillotalpa 

Per essere sempre aggiornato sulle nostre news metti il tuo like alla pagina Facebook di OnRugby e/o iscriviti al nostro canale Telegram.
onrugby.it © riproduzione riservata

Cari Lettori,

OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.

Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.

item-thumbnail

Un sogno durato 75 minuti, una fretta cattiva consigliera e il diesel transalpino: 5 riflessioni su Italia-Francia

Le Azzurre sono andate vicinissime a un'impresa che, alla quarta partita del nuovo ciclo, sarebbe stata clamorosa

20 Aprile 2025 Rugby Azzurro / Nazionale femminile
item-thumbnail

URC: che salto del Benetton a 3 giornate dalla fine. I risultati e la classifica dopo la 15esima giornata

Classifica ancora apertissima, ma qualche squadra comincia ad uscire di scena mentre i biancoverdi avanzano

20 Aprile 2025 United Rugby Championship
item-thumbnail

Benetton, Bortolami dopo i Lions: “Tra le migliori partite della stagione. In 13 siamo rimasti ordinati”

La soddisfazione del tecnico biancoverde: "Bravi a mettere a frutto le opportunità e a non concedere spazi all'esterno"

item-thumbnail

Un grande primo tempo, un’incredibile meta annullata, poi passano gli scozzesi: gli highlights di Zebre-Glasgow

Che partita della squadra di Brunello, che va vicina al colpaccio con una delle prime della classe

20 Aprile 2025 Foto e video
item-thumbnail

URC: alle Zebre Parma non basta un buon primo tempo. Vincono i Glasgow Warriors 6-14

Al Lanfranchi la squadra di Massimo Brunello gioca bene i primi 40', nella ripresa gli scozzesi alzano il ritmo e conquistano il match

item-thumbnail

L’Italia domina la Scozia al Six Nations Festival U18 femminile

Netto successo delle Azzurrine nell'ultima giornata del torneo

19 Aprile 2025 Rugby Azzurro / Nazionali giovanili