Pro Recco e Capitolina, due contendenti per l’ultima sedia in Eccellenza

Domenica pomeriggio a Calvisano va in scena la finale di Serie A. OnRugby ha intervistato gli allenatori delle due contendenti

ph. Pino Fama

Domenica pomeriggio a Calvisano si completerà il quadro dell’Eccellenza 2013/2014: sul campo della squadra allenata sino a poche settimane fa da Andrea Cavinato scenderanno in campo Pro Recco e Unione Capitolina che giocheranno la finalissima del torneo di Serie A. Chi vince andrà a giocare con i “grandi” e cioè con squadre che hanno fatto la storia del rugby italiano come Rovigo, Viadana, Petrarca. Lo stesso Calvisano.
Di fronte due modi di vivere e intendere la palla ovale con una società piccola ma solida e sana come quella ligure, e una a suo modo unica nel panorama italiano. Perché la Capitolina anni fa ha abbandonato il professionismo per evitare di fare una fine che purtroppo è toccata ad altri club ed è ripartita dal suo vivaio, si è “costruita” uno staff tecnico competente. Un club dove i giocatori sono di fatto dei veri e propri soci che versano ogni anno una quota.
Noi abbiamo intervistato i due coach alla vigilia di questa importante sfida. Ecco quello che ci hanno detto.

 

CLAUDIO CEPPOLINO, COACH DELLA PRO RECCO
L’anno scorso avete giocato un’ottima stagione ma siete rimasti fuori dai play-off, quest’anno vi siete superati
Quando ci siamo ritrovati la scorsa estate il nostro obiettivo era quello di migliorare la posizione dell’anno prima. Eravamo arrivati sesti ma a nove punti dai play-off, volevamo arrivarci, certo non ci aspettavamo il primo posto…
Una stagione è lunga, contano molti fattori, il numero degli infortuni, la fortuna. Però devo dirlo, siamo stati bravi. Per tenere la prima posizione nella stagione regolare le ultime partite dovevamo vincerle tutte con il bonus: lo abbiamo fatto e credo che alla fine ce lo siamo meritato.

 

Una stagione dal passo decisamente regolare quella della Pro Recco: qualche sconfitta come è inevitabile ma nessuna crisi prolungata
Sono state 20 finali. Dovevano essere 22 ma poi purtroppo il San Gregorio ha fatto la fine che tutti sappiamo. Sì, abbiamo fatto un campionato regolare ed è tutto merito dei ragazzi. Ho detto loro che tutte le cose hanno una fine: speriamo che questa stagione abbia una bella conclusione, noi ce la metteremo tutta, ma se così non fosse pazienza. Di sicuro non ce la dimenticheremo mai.

 

E’ fiducioso per la partita di Calvisano?
Sì, molto. Conosco bene i miei ragazzi e hanno una grande voglia di giocarsi al massimo le loro possibilità sul campo. Abbiamo lavorato duro, fatto tantissimi sacrifici: non dimentichiamo che abbiamo una rosa abbastanza corta e che tutti i ragazzi hanno un lavoro, spesso molto duro o fisicamente pesante, ma non mancano mai agli allenamenti. Certo, è una finale secca e può succedere di tutto ma siamo fiduciosi e sappiamo che possiamo giocarci le nostre carte.

 

Ultima domanda: a volte le società – le dirigenze, non i giocatori – vedono il salto di categoria con preoccupazione per la gestione economica: aumentano i costi e le difficoltà. Come sta vivendo la Pro Recco la possibilità di andare in Eccellenza?
C’è grande entusiasmo da parte di tutti, il salto non ci spaventa. Personalmente il problema-Eccellenza non me lo sono posto. Siamo una piccola società con un budget limitato e questo lassù potrebbe essere un problema, ma andiamo avanti con la nostra politica dei piccoli passi.

 

ANDREA COCOCCETTA, ALLENATORE DELL’UNIONE CAPITOLINA
Dodici mesi fa le Fiamme Oro in semifinale vi hanno sbarrato la strada verso l’Eccellenza. Quest’anno avete fatto un passo in più e siete in finale. Quando avete capito che potevate ripetervi e superarvi
All’inizio di gennaio: a volte si parte forte ma poi ci si perde via perché la stagione è lunga, ma eravamo primi o comunque nelle primissime posizioni e abbiamo capito che ce la potevamo fare. Siamo partiti tre anni fa con un progetto a media scadenza che doveva portarci in A2 in tre stagioni: ci abbiamo messo meno grazie anche a un ripescaggio ma noi siamo stati bravi a cogliere l’occasione e a guadagnarci i risultati sul campo. Siamo pronti per andare in Eccellenza, vediamo cosa dirà il campo.

 

Sei ottimista per la finale?
Sono sereno e determinato, lo siamo tutti. Non vediamo l’ora di scendere in campo e di giocare bene. Poi è una finale secca e non è detto che chi vince sia necessariamente la squadra migliore, conteranno molto i dettagli. Chi si farà trovare pronto vincerà e si sarà meritato questo salto.

 

Ecco, appunto, il salto: un po’ vi spaventa?
No, per noi non cambia nulla. Il nostro progetto ci porta comunque lì, ci possiamo arrivare prima o dopo ma quello è il nostro obiettivo. Sappiamo che in caso di promozione dovremo affrontare un rugby di un altro livello ma i ragazzi non vedono l’ora di farlo. L’Eccellenza è un campionato duro ma è diviso in due o anche tre fasce e possiamo dire la nostra. Costi e trasferte non ci spaventano: sappiamo che nella massima serie ci sono società che hanno a disposizione budget che noi ci sogniamo ma progetto e filosofia non cambiano. Continueremo a mantenere i piedi ben saldi a terra. E i giocatori a versare una quota per poter prendere parte all’attività agonistica.

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