Come stanno le protagoniste di Ovalia? Come escono da un mese di test-match estivi più o meno impegnativi e probanti?
ph. Rogan Ward/Action Images
Argentina: due ko netti con l’Inghilterra, di quelli che non ammettono repliche, e una vittoria – sofferta – con la Georgia. Risultati che non possono non dare un voto mediocre al mese di giugno dei Pumas, ma va ricordato che il 95% dei giocatori che andranno a comporre il gruppo che parteciperà al Ruby Championship è stato tenuto a riposo e che alle gare delle ultime settimane hanno preso parte un numeroso gruppo di giovani guidati da un pugno molto limitato di senatori. Rimandata, ma l’Argentina che vedremo all’opera da metà agosto sarà un’altra cosa.
Australia: solo un’uscita contro i Lions nel primo test della serie. Battuta per un nulla dalla selezione britannica, ha fatto vedere cose buone e un Folau subito letale. Da rivedere O’Connor e un Ioane piuttosto anonimo, ma è troppo perso per esprimere giudizi.
Francia: prosegue la convalescenza dei galletti, autori di due prove dignitose e una da dimenticare contro la Nuova Zelanda. Nei tre test giocati contro i campioni del mondo non hanno mai dato l’impressione di poter portare a casa una vittoria. Come questa squadra, bellissima soltanto lo scorso novembre, si possa essere persa in un men che non si dica rimane un mistero. Un po’ del suo ce lo mette anche Philippe Saint-André, ct che non sembra avere le idee chiarissime e che cambia troppo spesso uomini in posizione-chiave.
Galles: la squadra più saccheggiata dai Lions, tra i giocatori e nello staff tecnico, non poteva non sentire un qualche contraccolpo. Il risultato è che contro il Giappone ha rimediato una vittoria stentata e una sconfitta tanto storica quanto meritata. Ma non bisogna dare troppo peso a questi risultati, il giugno dei Dragoni è servito a parecchi giovani per respirare l’aria della nazionale e fare un po’ di esperienza.
Inghilterra: la nazionale di cui si è forse parlato di meno in questo mese di giugno, quella che però ha forse dato i risultati più confortanti in termini di prospettiva. Ha vinto con la selezione sudamericana e due volte contro l’Argentina. Vittorie nette contro un avversario che per quanto privo dei suoi uomini migliori non ha certo bisogno di motivazioni quando scende in campo contro il XV di Sua Maestà. Stuart Lancaster, che pure ha dovuto rinunciare a tanti giocatori in Australia con i Lions, ha però un bacino tale da cui poter pescare che provoca l’invidia di tutto il resto d’Ovalia…
Irlanda: due sfide (vinte) con USA e Canada per una squadra di transizione per il dazio pagato ai Lions e per uno staff tecnico “pro tempore” in vista dello sbarco di Joe Schmidt la prossima settimana.
Italia: tre ko su tre partite giocate, non un bellissimo mese di giugno. Anzi. La sconfitta netta con il Sudafrica (eh vabbé…), il tracollo ingiustificabile per i modi con Samoa e la beffa contro la Scozia sono il magrissimo bilancio con cui la Banda Brunel torna in patria. Poche le cose da salvare, molte quelle su cui lavorare. Sappiamo benissimo tutti che a novembre e al Sei Nazioni sarà tutto diverso, ma allora non si capisce il senso di un tour contro avversari così impegnativi.
Nuova Zelanda: tre vittorie sulla Francia, inizia così il 2013 degli All Blacks. Non scintillanti, non perfetti ma che hanno messo in mostra la solita capacità di essere letali assieme a una fase difensiva in continua crescita. Prossimi impegni nel Rugby Championship, quando rivedremo in campo anche certo Richie McCaw…
Scozia: la sconfitta netta con Samoa, quella a testa alta con gli springboks (messi sotto per quasi un’ora) e la vittoria sul filo di lana ma non immeritata con l’Italia, nonostante la sofferenza in mischia chiusa. E’ una squadra che può crescere molto quella allenata da Scott Johnson, in attesa di giugno 2014 quando a prendere possesso della panchina sarà Vern Cotter, con tanti giovani che promettono bene. E senza i tanti infortuni anche questo mese di giugno avrebbe potuto regalare qualche soddisfazione in più.
Sudafrica: potente, senza fronzoli ed efficace. Il “solito” Sudafrica che però sta mutando sapientemente pelle, con il ct Heyneke Meyer impegnato a inserire nel suo meccanismo diversi giovani. Lo abbiamo già scritto altrove: è probabilmente la squadra con i più ampi margini di miglioramento
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