Tanti davanti a tv e computer, troppo pochi allo stadio Luzhniki di Mosca. Ma l’IRB non mostra segni di preoccupazione
Il mondiale di rugby a 7 che si è svolto lo scorso fine settimana a Mosca è stato un successo sotto il profilo sportivo ma non ha dato i risultati che si speravano da un punto di vista del pubblico: la scorsa settimana gli organizzatori russi avevano detto che a qualche giorno dal fischio d’inizio del torneo per la tre-giorni erano stati venduti circa 100mila tagliandi per il Luzhniki Stadium, struttura da circa 80mila posti a sedere. Alla fine però le presenze sono state di circa 20mila a giornata, numeri sicuramente molto bassi davanti ai quali però l’IRB non mostra segni di preoccupazione. Il torneo è stato visto da decine di milioni di appassionati in tutto il mondo: “Siamo soddisfatti – dice Brett Gosper, CEO dell’IRB – in Russia il rugby è nella sua fase embrionale. Se avessimo scelto uno stadio più piccolo sarebbe forse stato meglio da un punto di vista dell’immagine ma il Luzhniki ha un alto valore simbolico, è stato importante fare lì il torneo. Noi ad ogni modo ci affidiamo ai commenti positivi dei funzionari olimpici che sanno che portare un nuovo sport in un Paese è difficile e uno stadio non si riempe in cinque minuti”.
Insomma, una crisi di crescita in una disciplina – il Seven – che riempe gli stadi fino all’inverosimile nelle numerose tappe delle Sevens World Series. Gosper ha fatto sapere che per l’edizione 2018 ci sono già stati i primi contatti con città del Galles, degli Stati Uniti e di Singapore.
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