Intervista a Chiara Bisconti, assessore allo Sport del Comune di Milano, che ci rivela un po’ di cose sul futuro del rugby meneghino
Qualche giorno fa la FIR ha ufficializzato la scelta di Milano quale sede della finale di Heineken Cup 2015, prima volta che una città e uno stadio italiano faranno da palcoscenico all’atto conclusivo della più importante competizione europea per club.
Un’onore e una scommessa per il capoluogo lombardo e tutto il movimento italiano, come abbiamo scritto qualche giorno fa. Ne abbiamo parlato con l’Assessora allo sport e tempo libero del Comune di Milano, che in questa intervista parla anche dei progetti per gli altri impianti e strutture milanesi e ci dice della volontà dell’amministrazione di ospitare un test-match autunnale nel 2014.
Prima però la felicità per la scelta caduta su Milano: “Aver portato a Milano la finale di Heineken Cup, per la prima volta in Italia, è motivo di grande soddisfazione per noi. Di gratitudine verso la FIR, l’ERC e il Comitato Regionale Lombardo. Ma siamo anche molto felici per il lavoro svolto in questi mesi di cui questo è il risultato più evidente, ma che passa attraverso il recupero delle strutture – lavoro molto lungo che abbiamo appena iniziato – ed eventi come Rugby nei Parchi.
A San Siro sono in corso lavori di miglioramento e restauro, anche in vista della finale di Champions League di calcio del 2016. Per la finale di Heineken Cup sarà prontissimo”.
Una soddisfazione che arriva dopo la grande delusione per il mancato ritorno a Milano degli All Blacks per i test-match autunnali del 2012, a causa soprattutto dell’intransigenza di Milan e Inter
Quella per me è stata una vera scottatura. Volevamo fortemente quella partita ma le cose non sono andate come desideravamo. Faccio però un passo indietro: noi teniamo tantissimo alla finale di Heineken Cup, agli All Blacks e vogliamo portare a Milano un test-match nel 2014, ma come dicevo prima quello è il risultato ultimo di un lavoro molto più ampio che vuole abbracciare tutti i livelli con il territorio.
E’ tutto migliorabile, è tutto perfettibile e i problemi non mancano ma qui a Milano tra l’amministrazione e le anime del rugby c’è grande comunità di intenti e corrispondenza: le società, il comitato lombardo FIR. Lavoriamo benissimo con il rugby.
Il fatto che l’Inter abbia da tempo annunciato di voler lasciare San Siro per uno stadio di proprietà vi ha spinti a percorrere soluzioni futuribili in vista di una gestione differente per una struttura importante e costosa come è lo stadio il Meazza?
Mah, l’Inter è da anni che fa questi progetti ma sono ancora tutti sulla carta. No, non possiamo ragionare in questa maniera. Ormai le strutture per lo sport se non vogliono diventare solo un peso devono essere polifunzionali e questo discorso vale per San Siro ma anche per il Centro Sportivo Iseo o il Vigorelli. La polifunzionalità è il presente e il futuro per ogni struttura sportiva, di lì non si scappa, senza non si vive. Chiaro per che le dimensioni il Meazza non può essere usato per qualunque cosa, ma dobbiamo allargare il suo utilizzo.
In città però mancano le strutture adatte al rugby con tante società che gravitano sul Crespi. E lì di lavori ce ne sarebbero parecchi da fare…
Le squadre milanesi hanno espresso l’esigenza di non essere tutte concentrate nell’est della città e di non gravitare solo sul Crespi. Una prima risposta è stata data con il recupero del Centro Sportivo Iseo, poi c’è stata l’iniziativa piccola ma significativa delle “H” piantate a Parco Trenno. Per la parte sud della città vorremmo recuperare del tutto il Centro Carraro. Non voglio nemmeno dimenticare l’Arena, ora utilizzata da una piccola ma attivissima società che si occupa di minirugby.
Vorrei che però una cosa fosse chiara: questa amministrazione lavora bene e molto con il rugby ma non facciamo differenze di discipline e non andiamo avanti a seconda delle passioni sportive dei singoli assessori.
Il Saini diventerà un centro olimpico?
Stiamo aspettando una risposta ufficiale e definitiva dal CONI che dovrebbe arrivare entro la fine di luglio. Al presidente Malagò abbiamo proposto varie soluzioni graduate, da un impianto sullo stile dell’Acqua Acetosa a una struttura con la forte presenza delle varie federazioni ad esempio. Insomma, sul tavolo ci sono varie opzioni, ora tocca la CONI dire sì o no e sceglierne una.
E sul caso-Vigorelli a che punto siamo?
La verifica è in corso, stiamo aspettando l’ok definitivo di ministero e soprintendenza che non dovrebbe tardare. Io difendo con forza il progetto prescelto che faceva della polifunzionalità il suo tratto più importante. Se così non fosse a perderci sarebbe non solo il rugby, ma i milanesi e la città. Sarebbe un’occasione gettata al vento.
Ultima domanda ancora sulla finale di Heineken Cup: è una grande occasione ma anche una bella gatta da pelare con un sold-out per nulla scontato
Io sono molto fiduciosa. C’è l’occasione, c’è il tempo per dare vita a una battage pubblicitario all’altezza dell’evento. C’è la collaborazione fattiva e concreta della FIR e del Comitato Lombardo, se poi dovessimo ottenere un test-match già il prossimo anno…
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