Il 25% minimo di presenza femminile anche nelle federazioni sportive, compresa quella – potente – di rugby
Una legge per far sì che i vari consigli di amministrazione vedano la presenza di almeno il 25% di donne. Lo prevede un progetto di legge presentato in Francia da Najat Vallaud-Belkacem, ministro per le Pari Opportunità nonché portavoce del governo in carica a Parigi. Quote rose, insomma.
Perché ne parliamo? Perché nelle intenzioni del ministro questo obiettivo – da raggiungere entro il 2020 – non riguarda solo le aziende, i partiti e società ma nelle intenzioni del ministro andrebbe applicato anche alle federazioni sportive: “L’uguaglianza è uno dei valori-cardine dello sport – ha detto in una intervista a Le Monde – senza il quale nessuna competizione è possibile. Vogliamo la parità anche nelle federazioni sportive: in quelle dove i tesserati donne sono almeno il 50% una tale proporzione dovrà esserci anche nell’organigramma delle stesse mentre nelle altre dovranno essere almeno il 25%. Chi non rispetterà queste percentuali subirà una decurtazione nei fondi statali”.
La FFR, la federazione di rugby transalpina, rientrerebbe nel lotto di quelle che dovrebbero avere il 25% di presenza femminile. Oggi le donne presenti nel board sono solo tre (Nathalie Janvier, Wanda Noury e Danièle Irazu) su un totale di 37 membri, circa l’8%…
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