Una discussione che non riguarda solo l’Italia. Da noi è in atto un dibattuto piano della FIR, nell’emisfero sud dopo due anni si decide uno stop. E si cambia rotta
Due anni fa la federazione australiana aveva deciso che i nation’s elite young players, quelli che da noi chiameremmo “atleti di interesse nazionale”, sarebbero stati raccolti e allenati per almeno tre giorni a settimana dalle accademie di Sydney e Brisbane direttamente dipendenti dalla stessa ARU. Ora il progetto viene fermato e si decide di ripercorrere la strada a ritroso riportando gli atleti verso il territorio da cui provengono e quindi alle accademie locali legate alle cinque franchigie di Super Rugby. Una decisione presa dopo mesi di critiche e polemiche che spesso hanno visto in prima linea i coach delle franchigie stesse, poco propensi a utilizzare dei giovani che non potevano allenare con continuità. Basta quindi con le accademie federalie e atleti che rimangono nei loro club e franchigie.
Non solo, l’ARU è pronta a lanciare una sorta di torneo delle riserve tra le rose di Reds, Brumbies, Waratahs, Western Force e Rebels con la formula delle gare di andata e ritorno.
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