Lo strano e discutibile caso dell’Eccellenza a undici squadre

Venerdì il consiglio federale stabilirà se Parma ci sarà e se sarà o meno sostituita. Ma sembra che a Roma abbiano già deciso…

ph. Alfio Guarise

Cavalieri Prato sicuramente dentro, Crociati fuori, nuova realtà parmigiana (pare denominata Giallo Parma) in corsa ma con molti punti di domanda e Pro Recco che si fa trovare pronta per l’eventualità di un ripescaggio ma probabilmente snobbata dalla FIR. La situazione dell’Eccellenza 2013/2014 a poche ore dal determinante e decisivo Consiglio Federale di venerdì 19 luglio è questa. Il “parlamentino” della federazione, tra le altre cose, dovrà stabilire l’elenco delle squadre partecipanti al massimo torneo nazionale che scatterà nella seconda metà di settembre. E per l’ennesima volta chi si è conquistato il diritto di giocarselo sul campo non è detto che ci sarà per problemi economico-finanziari.
Una storia che si ripete con preoccupante frequenza, ma qui oggi non vogliamo parlare di questo. Qui oggi si vuole parlare della pezza che si vuole mettere, che di sicuro non è peggiore del buco ma che proprio bella non è.

 

Un passo indietro: non c’è nulla di ufficiale, ma la FIR – nel caso che la Giallo Parma non abbia le carte in regola per acquisire i diritti sportivi dei Crociati per l’eccessivo peso della situazione debitoria di questi ultimi – non sarebbe intenzionata a ripescare la Pro Recco per occupare il tassello lasciato vuoto, procedendo quindi verso una Eccellenza a 11 squadre. La cosa viene presentata come un logico passo verso il torneo con dieci formazioni già deciso e programmato per la prossima stagione, una sorta di inatteso passaggio intermedio. Ma a parte questa motivazione – raffazzonata o solo discutibile? – non si capisce davvero il senso di una cosa simile. Che qualcuno ce lo spieghi, se possibile. 

 

Qualcuno dice che la Pro Recco non è pronta per un simile salto, ma lo stesso discorso potrebbe essere fatto con la Capitolina che ha sì battuto i liguri in finale di Serie A ma che nella regular season è arrivata seconda anche se solo di un punto proprio dietro ai biancocelesti. E in finale gli Squali non sono stati travolti dalla squadra romana, che ha vinto con merito ma per 29 a 16 al termine di una gara rimasta molto equilibrata per circa un’ora. Insomma, se quella gara l’avesse vinta la Pro Recco non sarebbe stato uno scandalo. Se poi i dubbi vi vengono perché siete abituati a guardare giocare Munster, Tolosa e Leicester Tigers è un’altra faccenda.
Quindi, saremo ripetitivi, ma davvero non si capisce la ratio che sta alla base di un torneo a 11 squadre e l’ostracismo verso la Pro Recco.

 

Oltretutto – non ce ne vogliano i Cavalieri Prato – a maggior ragione non si capisce tutto questo  quando l’iscrizione della squadra vicecampione d’Italia è stata accettata per il rotto della cuffia dopo il ritiro dei 31 lodi arbitrali che erano stati aperti da suoi tesserati, e quando il pagamento dei suddetti lodi è stato reso possibile grazie all’anticipo dei contributi ERC per la partecipazione alla Challenge Cup. Che sarà anche una pratica non nuova e magari non illecita (quantomeno non esplicitamente vietata) ma proprio etica non è. Una roba del genere in Francia, ad esempio, non avrebbe probabilmente mai superato il vaglio della DNACG (Direction Nationale d’Aide et de Contrôle de Gestion), il dipartimento che verifica in maniera approfondita e rigorosa la situazione finanziaria dei club di Top 14 e Pro D2 dando il via libera o meno all’iscrizione di quello che probabilmente oggi è da considerare il torneo nazionale più importante del mondo. Quindi, di cosa stiamo parlando?

 

Il Grillotalpa

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