Challenge Cup, un’agonia tutta italiana

Ieri l’ERC ha reso noto il calendario dell’edizione 2013/2014: per l’Italia sarà la solita sofferenza? E c’è “l’anomalia” Cavalieri…

Quello che è certo è che l’edizione della “Coppa Uefa” del rugby che inizierà questo autunno sarà l’ultima nella formula così come l’abbiamo conosciuta negli ultimi anni: la modifica ancora non definita dell’Heineken Cup si trascina dietro anche quella della competizione minore. Non sappiamo quante squadre ne faranno parte e in quale misura i vari paesi saranno presenti. Probabile, quasi certa, una diminuzione della pattuglia italiana, che secondo alcuni potrebbe addirittura sparire del tutto. Scenario improbabile ma non impossibile. D’altronde i risultati delle nostre squadre non lasciano spazio a molte discussioni: sconfitte come se piovesse, vittorie rare ed estemporanee (anche se non sono mancate quelle di prestigio) e un generale senso di impotenza.

Intendiamoci, il gap tra le nostre formazioni e quelle dei campionati celtici, francesi e inglesi è di quelli che si definiscono importanti e non è che si possa sperare in chissà che. Quello che colpisce è che nel corso degli anni la situazione si è come cristallizzata, non è mai cambiata. Un movimento il nostro incapace di reagire e di mettere una qualche pezza.

Qua e là qualcuno ci ha provato. Rimanendo all’ultima stagione giocata Calvisano e Cavalieri Prato hanno provato a rimettere un po’ in discussione le cose, ad affrontare la competizione con un approccio un po’ meno “segnato” e rassegnato. I coach Cavinato e De Rossi hanno provato a inculcare nella testa dei loro giocatori maggiore sicurezza, ché non deve essere affatto facile scendere in campo con l’unico pensiero di dover contenere il passivo entro limiti accettabili.  I risultati sono stati alterni e hanno complessivamente sorriso più ai toscani che non ai lombardi, ma si è trattato di tentativi isolati e non organici.

Veniamo a oggi: Mogliano campione d’Italia se la vedrà con Bath, Bordeaux e i Newport Dragons di Kris Burton. Impegni molto difficili per una compagine che si è affacciata all’Europa soltanto un anno fa raccogliendo ko molto pesanti (figli, va detto, anche di una serie di infortuni davvero impressionante). Al nuovo coach Francesco “Cocco” Mazzariol il compito non facile di provare a dare fastidio alle avversarie.

Il nuovo Calvisano di Guidi è in girone con Brive, Newcastle e Bucarest. Impegni sulla carta non proibitivi contro le neopromosse dei massimi campionati inglesi e francesi, anche se va ricordato che Pro D2 e RFU Championship sono due tornei di assoluto valore. E poi c’è la selezione romena, una sorta di mini-nazionale del suo paese, avversario da prendere con le molle ma non insormontabile.

Attesa e curiosità per Viadana, la squadra nel suo complesso (staff tecnico e giocatori) forse psicologicamente più attrezzata per la Challenge Cup ma che dovrà affrontare avversari difficili come i London Wasps, Bayonne e la sorpresa del Top 14 dello scorso anno, Grenoble.

Inifine c’è “l’anomalia” Cavalieri Prato. Vicecampioni d’Italia per il secondo anno consecutivo ma squadra che per via delle note vicissitudini finanziarie è arrivata a un passo dal fallimento. I giocatori più forti sono andati via e la rosa è stata ringiovanita in vista di una stagione che vede i toscani inseguire l’obiettivo primario della salvezza in Eccellenza e che vedrà nell’Amlin Challenge Cup (dalla quale – ironia della sorte – sono arrivati in anticipo i soldi per il salvataggio economico) inevitabilmente un impiccio. Stade Francais, London Irish e anche gli spagnoli dell’Olympus non dovrebbero patire grossi problemi con i bianconeri. Anche se con gli iberici Prato qualche soddisfazione potrebbe provare a levarsela.

 

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