Rory Lamont: io costretto a giocare anche quando infortunato

Pochi mesi dopo l’annuncio del ritiro il giocatore lancia pesanti accuse contro gli staff tecnici. La SRU: verificheremo

ph. Paul Thomas/Action Images

Sono destinate a far discutere le parole di Rory Lamont, 29 caps con la Scozia, costretto al ritiro a soli trent’anni a causa del brutto infortunio (rottura della gamba) occorso durante il Sei Nazioni 2012 contro la Francia. Nel corso dei dieci anni da giocatore professionista, Lamont ha subito diverse operazioni, che gli sono costate la nomea di “a bit soft player”. Ma ora, a distanza di qualche mese dall’annuncio del ritiro, ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. In una lunga intervista rilasciata al The Scotsman, quotidiano stampato ad Edimburgo, Lamont ha lanciato il suo personalissimo e pesantissimo j’accuse contro una pratica a suo dire estremamente diffusa nel rugby professionistico: quella di “convincere” i giocatori a scendere in campo anche se infortunati. Questo il passaggio saliente dell’intervista: “Nel 2010 abbiamo giocato contro gli All Blacks. Dieci giorni prima giocando contro la Stade Francais avevo preso un brutto colpo al quadricipite e si era creato un vistoso ematoma che mi faceva correre a malapena al mio 60%. Dissi al medico e agli allenatori che non potevo giocare, ma essi non furono d’accordo e mi dissero che il problema era solo nella mia testa. Il giorno dopo durante il riscaldamento a Murrayfield vedo la folla e penso che non dovrei essere lì”. Morale della favola: Lamont gioca, torna poi in Francia al club (Tolone) dove si sottopone ad accertamenti che evidenziano uno strappo al femorale che lo costringe a stare fuori sei settimane. Ma Lamont non si ferma e cita anche un’altra vicenda, in questo caso la rottura dello scafoide: “Ho giocato per otto mesi con un forte dolore alla mano, ogni volta che mi lamentavo il dottore mi diceva che non era nulla”. La reazione della Scottish Rugby Union non si è fatta attendere ed è stata espressa dal CEO Mark Dodson: “Abbiamo un team medico di altissimo livello e molto rispettato. Ci prendiamo cura al meglio dei nostri giocatori. Però, andrò fino in fondo alla vicenda”. Insomma, arriveranno delle verifiche per capirne di più. Certamente, le parole di Lamont potrebbero aver acceso una miccia.

 

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