Riceviamo e pubblichiamo dall’ufficio stampa della società
Pubblichiamo il comunicato letto da una delegazione dei giocatori del rugby Rieti sul palco della “notte amarantoceleste” relativamente alla crisi tra squadra e dirigenza, che non era presente alla manifestazione.
“Prima di ogni altra parola riteniamo doveroso ricordare l’amico Paolo Martini, che l’anno scorso era con noi su questo palco fisicamente e oggi è ugualmente con noi nella memoria indelebile. Ciao Paolo…
Il nostro movimento sta attraversando un momento difficile in quanto chi lo gestisce dimostra di non amarlo.
Dopo una stagione fatta di promesse non mantenute, finita senza fisioterapista, senza preparatore atletico, senza rimborsi ai giocatori provenienti da lontano ma che non ci hanno abbandonato, oggi noi chiediamo che ci venga permesso di giocare a rugby con dignità.
Siamo stati accusati di non giocare per pochi spicci… La verità è che nessuno dei rugbisti reatini ha mai percepito un euro ma ci è stato solo tolto il piacere del gioco.
Siamo andati incontro alla società grazie ad un gruppo di volenterosi Old che si è offerto di gestire tutta la parte operativa della nostra stagione e di far fronte alla metà dei costi di gestione, liberando la dirigenza da un gravoso impegno, che ha già dimostrato di non saper portare a termine e permettendogli di concentrarsi su quel settore giovanile su cui dice di puntare, disastrato da anni di mala gestione.
Settore giovanile che dalla ricongiunzione delle due società avrebbe dovuto guadagnare ma che ad oggi si trova ancora in alto mare, senza allenatori, senza programmi, senza progetti.
Siamo qui per chiedere alla
Società del rugby di accettare la proposta degli Old, per salvare questa squadra, per il bene di questa città, per permettere ai nostri figli di potersi ancora arricchire dei valori di questo sport.
Presidente accetta, un tuo rifiuto suonerebbe come una ulteriore dichiarazione di abbandono.
E’ ora di fermare questo processo che sta uccidendo il nostro amato sport, che ha portato i colori amarantocelesti nei campi di tutta Italia dal 1961 ad oggi e che desideriamo che venga restituito a chi lo ama davvero.
Ci troviamo qui perché siamo rugbisti e non ci siamo mai tirati indietro di fronte a nessuna difficoltà speriamo che la società faccia lo stesso.
Grazie.”
I giocatori
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