Che impatto hanno avuto le recenti polemiche su Heineken e Challenge Cup a Dublino e dintorni?
In Irlanda il ciclone scatenato dall’annuncio dei club inglesi e francesi di non partecipare alla prossima edizione di Heineken Cup e Challenge cup ha provocato la reazione anche di giocatori e tecnici. Alcuni dei nomi più rappresentativi del rugby dell’isola di smeraldo hanno commentato l’annuncio, fra paura e fiducia in una soluzione.
La stella di Leinster e Irlanda Rob Kearney è appena diventato presidente della IRUPA (l’associazione irlandese giocatori) al posto di Johnny Sexton e non esita a entrare nel dibattito, spiegando che l’annuncio di inglesi e francesi mette a rischio non solo le coppe ma anche il Sei Nazioni. “Penso che con quello scenario i giocatori irlandesi sarebbero più attratti dalla possibilità di andare a giocare all’estero – dice – e che sarebbero cercati più di adesso. Tutto questo sarebbe dannoso per i club irlandesi e gallesi, ma soprattutto per gli irlandesi, perché noi al momento siamo una nazione organizzata su base provinciale”.
“Penso – prosegue Kearney – che come risultato dell’uscita di Francia e Inghilterra dalle coppe il Sei Nazioni sarà in difficoltà; se non siamo sempre esposti al livello più alto del rugby il nostro standard di gioco non sarà più quello che dovrebbe essere. Questo si ripercuoterà nelle prestazioni del Sei Nazioni, e la gente potrebbe iniziare a perdere interesse per quel torneo. Questa decisione insomma potrebbe avere effetti a catena negativi su tutto il gioco europeo”.
Kearney la pensa come il simbolo del rugby irlandese Brian O’Driscoll, che ha affidato a Twitter il proprio pensiero con un’espressione inequivocabile: “Catastrofe se la Heineken cup finisce. Posso capire gli argomenti di entrambe le parti: la crescita del gioco contro gli incassi televisivi dei team migliori”. Poche parole per dire dove secondo lui stanno la ragione e il torto.
Poche ore dopo ha preso la parola anche il mediano di mischia di Leinster Eoin Reddan, che si è detto contrario a far uscire squadre di alcune nazioni per far posto a più formazioni inglesi e francesi: “Non posso immaginare un mondo senza la Heineken cup – dice -. Non posso e non voglio farlo”.
“Non conosciamo tutti i dettagli della vicenda – prosegue – ma è incoraggiante che tutti vogliano una coppa europea con le migliori squadre e non lo sarebbe se ne escludesse qualcuna. Le squadre italiane, per esempio, al momento non sono le più forti nelle competizioni di club, ma potrebbero esserlo in 10 anni”.
Sull’argomento è intervenuto anche l’allenatore di Munster Rob Penney, che ha ostentato ottimismo: “Niente dura per sempre e il rugby professionistico c’è solo da un breve periodo di tempo. Ci sono un sacco di modifiche da apportare prima di arrivare alla stabilità. La promozione, la pubblicità e lo sviluppo che vengono garantiti da una grande competizione d’elite come la Heineken cup sono troppo importanti. Tutte le discussioni che si faranno nei prossimi mesi non porteranno a gettare il bambino con l’acqua sporca, non c’è dubbio su questo”.
di Damiano Vezzosi
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