Permettere ai capitani di richiedere l’intervento del TMO. Potrebbe davvero servire?
Che la scelta di Poite di ammonire Bismarck Du Plessis per il placcaggio a Carter non sarebbe piaciuta ad appassionati e addetti ai lavori sudafricani, c’era da aspettarselo. Tra i più agguerriti, nei giorni successivi alla partita, c’è stato Nick Mallett. L’ex allenatore azzurro ha affermato che quella decisione potrebbe aver influenzato non solo l’esito del match, perso dagli Springboks, ma pure l’esito dell’intero torneo. E gli errori hanno un peso per tutti, e si pagano: “Un giocatore [se sbaglia, ndr] viene scaricato, un allenatore licenziato, un arbitro sostituito da altri”. Ma il vero problema per Mallett è l’enorme pressione a cui sono sottoposti gli arbitri, in un sistema ovale che richiede un gioco sempre più al limite del fisico e del regolamento, con giocatori che imparano anche a commettere falli funzionali a vantaggio della propria squadra (vedi tutti i blocchi e le ostruzioni che seguono ogni calcio). Una possibile soluzione per Mallett potrebbe essere allora quella adottata nel cricket, in cui i capitani delle squadre hanno la facoltà di richiedere l’intervento del TMO.
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