Raccogliamo i principali interventi sulla vicenda rilasciati da alcuni protagonisti nelle ultime ore
Eccoci giunti al quotidiano bollettino di dichiarazioni sula caso Coppe Europee. Ieri intanto a Parigi si è tenuta la prima giornata del tour di presentazione dell’Heineken Cup e della Challenge Cup 2013/2014…
Jean-Pierre Lux, presidente ERC: “La FFR ha ricordato in via ufficiale alla LNR che nessuna partita internazionale che coinvolga club francesi può aver luogo senza il permesso della stessa FFR. E la RFU ha una posizione simile per quanto riguarda la Premiership. Il recente comunicato di LNR e Premiership è una mancanza di rispetto. La rinegoziazione degli attuali accordi è iniziata nel 2012 e l’ERC ha incontrato tutte le parti durante l’estate con la sola eccezione della Premiership, forte del suo discutibile contratto con BT. Spero sinceramente che si rifletta, abbiamo un’altra opportunità il prossimo 23 e 24 ottobre con il meeting di Dublino a cui prenderà parte anche il mediatore raccomandato dall’IRB, Graeme Mew. Spero si trovi un accordo. Ad ogni modo le quattro federazioni celtiche non accetteranno mai l’invito di inglesi e francesi.
Bernard Lapasset, presidente IRB: “Le trattative porteranno a una soluzione, l’IRB si prenderà le sue responsabilità per portare a compimento l’opera. C’è bisogno di una grande competizione internazionale di club. Le società hanno i loro interessi, ovviamente, è normale che vengano espressi ma solo la negoziazione porta a una soluzione. Bisogna mettere federazioni e club attorno a un tavolo con l’ERC, bisogna ristabilire un dialogo o almeno prendere atto della situazione e trovare una soluzione che ci permetta di avere un obiettivo comune”.
Quentin Smith, presidente Premiership Rugby: “Non vedo ragioni perché le federazioni non debbano capire, approvare e sostenere la nuova competizione. Abbiamo avuto risposte estremamente positive dagli altri club e dalle altre unions. Il nome dimostra che c’è qualcosa di concreto che abbiamo già creato, abbiamo messo un paletto nel terreno e abbiamo detto siamo qui e da qui ci muoveremo”.
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