Un giocatore che ha deciso di fare un passo indietro per prendere una rincorsa più lunga
E’ un Mirco Bergamasco rinato quello che si è presentato all’avvio del campionato d’Eccellenza. Un giocatore determinato come non mai, ma anche umile e con le idee chiarissime in testa, come ha ben spiegato a Massimo Calandri di Repubblica, che lo ha intervistato. La prima idea è ovviamente quella di riprendersi la maglia azzurra: «Sì, voglio riprendermi la Nazionale. Lavorando duro, partendo dal basso. Da un ambiente sano e vero: a Rovigo ho ritrovato quella passione che avevo conosciuto da ragazzino. Voglio divertirmi. E non accetterò più compromessi: avevo vent’ anni quando mi hanno piazzato all’ala, ma io mi sono sempre sentito un centro. Solo che ho preferito mettermi a disposizione degli altri. Mi è mancata la cattiveria, l’egoismo per dire quello che volevo».
Poi l’impatto con il mondo dell’Eccellenza per uno che arriva dal Top 14: «Non c’è mica tutta questa differenza, sapete? A furia di sentir dire che il livello del campionato italiano è basso, all’inizio quasi ci credevo anch’io. Invece ho trovato professionalità, talento, idee. Il problema è che manca la visibilità e quindi non ci sono soldi, così molti finiscono col perdere entusiasmo. Ma spero che la presenza mia e di altri campioni arrivati quest’anno possa suscitare interesse: venite avederci, non ve ne pentirete. Il rugby italiano non è solo Nazionale e franchigie. Anzi».
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