L’Irlanda tra casse poco piene e le “sirene” per i suoi big

Momento davvero difficile per l’IRFU. E trattenere Heaslip e gli altri sarà difficilissimo

La crisi delle coppe europee arriva in un momento che per il rugby irlandese non è dei migliori. Dalla vendita dei biglietti pluriennali per le partite della nazionale all’Aviva Stadium, alla sponsorizzazione con la Puma, fino ai successi in Heineken Cup di Leinster e Munster, negli ultimi anni tutto ha fruttato meno di quello che si aspettava. Perfino la gloriosa Munster che ha vinto la Heineken cup nel 2006 e nel 2008, due anni fa ha chiuso la stagione con un passivo di un milione. In una situazione di questo genere qualcuno inizia a dubitare che la IRFU possa continuare a permettersi quattro squadre professionistiche.
I francesi e gli inglesi non vogliono che le squadre del Pro12 abbiano il posto garantito in Heineken cup. Se questa certezza dovesse venire meno, e al momento non si vede come l’impasse Coppe Europee possa sbloccarsi senza un concessione celtica su questo punto, gli incassi dei club diminuirebbero e le difficoltà della IRFU di mantenere quattro squadre professionistiche aumenterebbero. Se si dovesse scendere a tre squadre, la maggior candidata a essere sacrificata sembra Connacht.

 

Il presidente della IRFU Philip Browne però ostenta sicurezza “Vogliamo quattro squadre di professionisti – dice – perché è molto più facile per l’allenatore della nazionale selezionare da una base di giocatori professionisti più ampia. Nel 1997 – spiega Browne – decidemmo che il miglior modo di avere un nazionale competitiva foss quello di avere quattro province professionistiche, e lo pensiamo ancora. Se poi il mondo dovesse capovolgersi naturalmente dovremo rivedere tutto, ma in quel caso non sono sicuro che tagliare Connacht sarebbe la scelta migliore. Dovremmo valutare tante cose”.
Il ragionamento di Browne fila, ma i conti economici non tornano. Come si fanno a mantenere quattro squadre professionistiche se gli incassi sono meno di quello che si pensava? La risposta la fa capire Browne quando si parla dei contratti dei giocatori. La firma di Johnny Sexton per il Racing Metro sembra la prima di una lunga serie. È notizia di poche ore fa che l’allenatore degli avanti di Leinster Jono Gibbes andrà a Clermont a fine stagione, ed è sempre più incerto il futuro irlandese di Sean O’Brien, Jamie Heaslip e Conor Murray, tutti in scadenza di contratto.
Che si fa? “La IRFU non ha intenzione di permettere a Leinster di alzare i contratti di O’Brien e Heaslip come non ha permesso di farlo con Sexton”. Perché? “Perché questo contribuirebbe ad alzare l’inflazione internazionale, e non andrebbe a nostro vantaggio – dice Browne -. Non possiamo lasciare le province libere di spendere soldi, sapendo che la federazione le coprirà, non è la strada giusta. Con i giocatori siamo in trattativa da tempo”. Traduzione: c’è poco da fare, le offerte dei francesi non possiamo permettercele.
A questo punto ci manca solo che Philip Browne compri due biglietti aerei per la Francia per O’Brien e Heaslip… La strategia di Browne però si basa su una consapevolezza ben precisa. “La manifestazione che conta e porta soldi a tutte le federazioni è il Sei Nazioni – ricorda -. Perché il torneo continui a essere quello che è, c’è bisogno di squadre competitive. Questo non vale solo per noi ma per tutte le federazioni. Per questo posso dire con sicurezza che in questa vicenda le federazioni sono tutte dalla stessa parte”.

 

di Damiano Vezzosi

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