Ci sono Botes e Chillon che nei club giocano scampoli di partita. Tebaldi, titolare con gli Ospreys, è invece rimasto in Galles
Due premesse: chiunque vesta la maglia azzurra ha il nostro completo sostegno e se qualcuno arriva in nazionale è perché se lo merita.
Dicoamo queste cose perché qui parleremo di una non-convocazione che non ci convince. Perché il problema non è la presenza di Alberto Chillon tra i giocatori che faranno parte della Banda Brunel che si appresta ad affrontare i test-match di novembre contro Australia, Fiji e Argentina, ma la questione vera è l’assenza di Tito Tebaldi.
Tito, lo sappiamo, questa estate è andato in Galles per vestire la maglia degli Ospreys. Un club prestigioso dove l’italiano si sta comportando benissimo. Sempre titolare nelle prime cinque gare stagionali di Pro12, in due occasioni ha giocato per 80 minuti, in altre due tra i 72 e i 73 minuti, una volta – contro il Benetton – è stato in campo per 68 minuti. Certo il minutaggio non dice tutto ma le cronache ci raccontano di prove ampiamente positive quando non ottime, di un giocatore che ha fatto un salto di qualità mentale e che ha iniziato a giocare in maniera molto continua riuscendo a limare quegli alti e quei bassi che finora lo avevano spesso contraddistinto anche nel volgere di una sola gara.
Una condizione che sommata all’assenza di Edoardo “Ugo” Gori per infortunio sembrava spalancargli le porte del ritorno in azzurro. Invece no, Brunel ha chiamato Tobie Botes e Alberto Chillon. Il primo è da diverso tempo il mediano di mischia di rincalzo in nazionale, alle spalle proprio di Gori, una situazione che è la stessa anche nel Benetton Treviso (dove però c’è anche la variabile Fabio Semenzato).
Chillon bazzica l’azzurro da un periodo più breve ma a Parma sta crescendo e lì Brunel può vederlo giorno dopo giorno. Probabilmente a influire sulle scelte del ct sarà stato questo aspetto perché a dire il vero Alberto in questa stagione ha giocato molto poco: nelle primi cinque gare è sceso in campo solo tre volte per un massimo di 10 minuti contro i Warriors. D’altronde se davanti a te hai un giocatore del calibro di Brendan Leonard…
C’è poi il discorso di non prendere in considerazione chi gioca nell’Eccellenza, ma quella è un’altra vicenda.
Il ct ha un nome e un cognome, lui ha l’onore e l’onere di compiere delle scelte che a volte possono non essere comprese e/o condivise da appassionati e addetti ai lavori. L’assenza di Tito Tebaldi – lo ribadiamo, non la presenza di Chillon – appartiene a questa categoria, o almeno questi sono i dubbi che abbiamo il 9 di ottobre. Solo il tempo ci dirà se il tecnico francese ha sbagliato oppure se ci ha visto bene e in quel caso tra un mese non avremo nessun problema a recitare il “mea culpa”.
Nel frattempo tutto il nostro sostegno va a chi l’azzurro sulle spalle se lo è conquistato: forza Tobie e forza Alberto!
Il Grillotalpa
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