Diritti tv, governance, gestione della parte economica: tutti temi che l’ERC – con diverse assenze – non ha affrontato
Per cercare di capire al meglio che cosa è successo a Dublino tra mercoledì e giovedì basta prendere il comunicato ufficiale dell’ERC e poi scorrerlo tutto, fino in fondo. Dopo le ultime frasi relative alla necessità di tenere un nuovo meeting entro i prossimi 10 giorni inizia l’elenco dei partecipanti. Bisogna leggerlo bene perché da quello si capiscono un sacco di cose: perché c’erano i mediatori Graeme Mew e Stephen Drymer, tre rappresentanti della RFU, altrettanti della FFR e pure della FIR (oltre a Gaetaniello e Rinaldo a Dublino c’era anche Nino Saccà), poi due irlandesi, due scozzesi, un gallese e poi i massimi rappresentanti dell’ERC, Jean-Pierre Lux e Derek McGrath. Non che gli altri siano da meno, perché ogni federazione ha mandato presidenti, amministratori delegati e dirigenti di prima fascia. Il gotha del rugby “politico” europeo. O quasi. Perché a ben vedere ci sono delle assenze pesantissime per una riunione dell’ERC: non c’erano rappresentanti della LNR, non c’erano quelli della Premiership e non c’era nemmeno quello della Regional Rugby Wales, Stuart Gallacher, che sempre accompagna il CEO della federazione gallese Roger Lewis.
Ricapitoliamo gli assenti: lega francese, lega inglese e regions gallesi. E se le prime due erano assenze annunciate lo stesso non si può dire della terza, anche dopo il comunicato di qualche giorno fa.
Cosa è successo allora a Dublino? E’ successo che l’ERC, o meglio le federazioni, hanno preso atto dell’inevitabile: il cambio di formula delle coppe europee, la maggiore meritocrazia per l’accesso alle stesse, eccetera eccetera. Però manca la ciccia. Anche qui bisogna fare la stessa operazione fatta per la lista dei presenti e se lì dovevamo fare attenzione a chi non c’era in questo caso dobbiamo porre l’accento su quello che NON si è discusso. E cioè di soldi, di diritti tv, di chi gestirà le nuove competizioni. Intendiamoci, quello che è successo è comunque un passaggio importante, un passo avanti verso una qualche soluzione di compromesso ma i veri motivi di scontro non sono stati affrontati.
Tutto può ancora succedere e le domande sul terreno sono tante: chi gestirà il nuovo torneo, le federazioni o le leghe? La parte commerciale sotto quale controllo sarà posta? BT e SkySports potranno trovare un qualche compromesso per la gestione dei diritti tv?
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.