A fine novembre il circuto si ritrova negli Emirati Arabi Uniti. E il Kenya avrà un nuovo ct
Il 12-13 ottobre scorso sono iniziate le Sevens World Series della stagione 2013/2014. A Gold Coast, Australia, ad imporsi è stata la Nuova Zelanda che in finale ha battuto i padroni di casa per 40 a 19, con l’Inghilterra terza grazie alla vittoria per 49 a 0 sul Sudafrica. Nella final plate Fiji si è assicurata il quinto posto supernado il Kenia 36 a 0.
Da giovedì 28 a sabato 30 novembre i protagonisti del circuito si ritroveranno in occasione dell’Emirates Dubai Rugby Sevens nell’avveniristica metropoli degli Emirati Arabi Uniti per una tre giorni che è ormai diventato un appuntamento classico per il mondo del seven. Come di consueto anche per questa quattordicesima edizione (da quando è valevole per l’IRB Worl Seven Series, perché in realtà il torneo si disputa dal lontano 1988) si sfideranno 16 squadre per il torneo maschile e 12 per quello femminile giunto invece all’ottava edizione. Un totale di ben 79 match, 45 con protagonisti gli uomini, 34 riservati alle donne. Sede della manifestazione il The Sevens Stadium (anche scritto 7he Sevens) struttura da 50.000 posti costruita appositamente per ospitare il torneo e inaugurata nel 2008.
Tra i protagonisti oltre ai favoriti neozelandesi, ai samoani vincitori dell’edizione 2012, si attende anche il Kenya, tra le nazioni leader del movimento a 7, giunto sesto nella tappa australiana e terzo nell’edizione di Dubai dello scorso anno, che si presenterà all’appuntamento negli Emirati con un nuovo allenatore: il sudafricano Paul Treu sarà infatti il nuovo Head Coach and Performance Director con un contratto fino al 2016. Un accordo a lungo termine e indicativo dell’intenzione da parte della federazione africana di pianificare un percorso che porta sino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, quando il rugby tornerà a far parte degli sport disputati proprio nella sua forma a 7. Il contratto parte dal primo di novembre e Treu sarà raggiunto da un altro sudafricano nello staff tecnico, Vuyo Zangqa.
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