Jonah Lomu, il gigante inarrestabile e quella paura molto umana

In una lunga intervista quello che è ancora oggi uno dei giocatori più famosi del mondo si mette a nudo, senza paure

ph. Stu Forster/Action Images

Una lunga intervista rilasciata a Midi Olympique dove l’ex stella degli All Blacks si confessa e dice candidamente che “certo che penso alla morte, ho paura di morire”. Domande e risposte per raccontare il suo quotidiano, la lunga malattia e la dialisi (deve andare in ospedale circa quattro volte alla settimana e passarci almeno sei ore ogni volta). “La dialisi fa parte della mia vita – dice – non è dolorosa, ma spossante. Gli ultimi due anni sono stati davvero difficili per me, un inferno. Senza mia moglie e i mie figli non so come avrei fatto”.
Poi la paura, sempre incombente della morte: “I giorni peggiori sono quelli in cui ad andarsene sono altre persone. Ad esempio quando Barry White è morto dopo quattro anni di dialisi ho sentito il colpo. Poi il tempo aiuta a superare quei momenti”. Lomu risponde anche a tutti quelli che hanno avvicinato la sua malattia al doping: “Credo di essere stato il giocatore più controllato della mia epoca, non ricordo una partita senza che non mi facessero esami”. Infine uno sguardo su quella che è stata la scelta determinante della sua vita, ovvero il rugby: “A un certo punto per me c’erano solo due opzioni: la strada o il rugby. I miei amici di allora o sono in prigione o sono morti, credo di aver fatto la scelta giusta”.

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