Inizia venerdì un meeting in Irlanda che potrebbe disegnare un torneo molto diverso da quello che conosciamo oggi
L’unica cosa certa è che il Super Rugby dall’edizione 2016 cambierà faccia. Quanto, a oggi, non è dato saperlo ma i nuovi accordi televisivi che partiranno da quella edizione ne modificheranno l’aspetto.
Qualcosa in più lo dovremmo sapere nei prossimi giorni perché nel fine settimana e nella prima parte della settimana entrante tutte le parti in causa si troveranno a Dublino per sedersi attorno a un tavolo e trovare un accordo. Il Sudafrica – racconta la stampa dell’emisfero Sud – ha detto no a una formula a due conference che avrebbe escluso incontri nella stagione regolare con le big di Australia e Nuova Zelanda, ma vuole avere la possibilità di iscrivere tutte e sei le sue franchigie; da parte loro poi SARU e Nuova Zelanda devono fare i conti con i loro tornei nazionali (Currie Cup e ITM Cup) mentre l’Australia non ha questo tipo di problema e vorrebbe perciò allungare ancora il Super Rugby.
E poi c’è la questione-Argentina, con la federazione sudamericana pronta a fare il suo ingresso nel torneo, senza dimenticare che la SANZAR guarda con estremo interesse anche al Giappone e al continente nordamericano. Probabilmente si cercherà una soluzione necessariamente di compromesso e che possa consentire nei prossimi anni un allargamento senza dover di nuovo stravolgere le formule. Compito oggettivamente non semplice. La federazione sudafricana è quella che finora si è più esposta e ha fatto capire che gradirebbe un torneo lungo 21 settimane con 17 squadre: le sue sei franchigie, 5 australiane, altrettante neozelandesi e una argentina.
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